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Grecia. La repressione fa avanzare Alba Dorata

di Mauro Indelicato

Che l’arresto dei leader di Alba Dorata in Grecia fosse uno scatto d’ira e di paura della Troika europea, lo si era intuito fin dal principio; i dubbi, più che altro, riguardavano la capacità dei greci di intuire quanto stava accadendo. E pare che i greci l’abbiano capito; infatti, un recente sondaggio dà ad Alba Dorata il 19% dei consensi, contro il 6% delle ultime elezioni legislative; un’impennata improvvisa, che fa del partito più perseguitato dai media europei la seconda formazione politica del Paese, dietro a Syriza e davanti a Nuova Democrazia, il partito dell’attuale premier Samaras.

I socialisti del Pasok invece, scivolano nel limbo dei piccoli partiti, fermi all’8% dei consensi. I greci insomma, hanno ben intuito come il male assoluto del loro Paese, non è un partito che non ha alcuna responsabilità nella crisi attuale, visto che mai è stato al governo, bensì quei partiti che, alternandosi al governo dopo il periodo dei colonnelli in una falsa contrapposizione, hanno consegnato il Paese ellenico in mano a speculatori e banchieri europei, che hanno trasformato la Grecia in uno Stato sull’orlo del fallimento e la cui austerity ha prodotto una disoccupazione del 25%, che sale al 60% se si prendono in considerazioni i giovani.

Un Paese distrutto, ferito ma che ha la forza di intuire chi è il vero nemico e che non si è lasciato abbindolare dalla forza mediatica abbastanza brutale, con il quale si è dipinto Alba Dorata come un’associazione di criminali. Non è bastata la condanna, sempre nei giorni scorsi, di un ex ministro di Nuova Democrazia, incriminato per tangenti milionarie, per addolcire la pillola ai greci; secondo molti infatti, quel processo è stato intentato esclusivamente per dimostrare come anche lo Stato attuale persegue i politici fraudolenti, ma la rabbia del popolo greco non è stata placata, anzi sempre secondo un altro sondaggio, il 58% oggi ha nostalgia dei colonnelli, ossia dei militari al potere fino al 1974.

La troika quindi, rischia di inabissarsi in Grecia, sembra non avere più molte cartucce da sparare per le prossime elezioni: da un lato, tenta di far mettere fuori legge Alba Dorata, dall’altro prende capi espiatori dell’attuale regime politico, sembra davvero un tentativo di arrampicata forzosa e forzata sugli specchi. Anche perché, a colpire non è soltanto il fatto che Alba Dorata rasenti (ma nei prossimi mesi supererà) il 20%; a colpire infatti, è anche il tracollo di quelli che una volta erano gli unici partiti che si contendevano la vittoria elettorale in un incredibile bipolarismo in salsa ellenica, ossia per l’appunto Nuova Democrazia e PASOK. Queste due formazioni politiche, sono in caduta libera dal 2009, da quando cioè è iniziata la speculazione sul debito greco, ma hanno avuto sempre quei numeri tali da, mettendosi assieme, garantire governi consenzienti alle scellerate politiche europeiste, imposte dalla finanza internazionale. Oggi come oggi invece, unendo Pasok e Nuova Democrazia, si arriverebbe ad uno scarso 26%, dunque ben al di sotto del 50% e dunque senza possibilità alcuna di formare governi cosiddetti di “larghe intese”.

La bomba innescata, come si è detto nei giorni scorsi, rischia di scoppiare tra le mani di chi ha acceso l’ordigno; i partiti più votati, anche se del tutto distanti tra loro, almeno per adesso, a livello ideologico, saranno quelli che hanno nel loro programma o l’uscita diretta dall’Euro o comunque una volontà di non obbedire più ai dettami criminali della troika. Il primo partito virtuale, Syriza, è una coalizione di estrema sinistra, che andrebbe ad avere in parlamento una maggioranza relativa, la quale però diventerebbe assoluta grazie al premio di maggioranza della legge elettorale greca, salvo colpi di spugna improvvisi dell’attuale parlamento. Non ha posizioni estreme sull’Europa come Alba Dorata, ma ha sempre votato No ai piani di austerity e non ha mai fornito scialuppe di salvataggio all’attuale maggioranza filo Bruxelles e costituisce per i greci una valida alternativa all’attuale sistema.

Insomma, dalla Grecia potrebbe partire un effetto domino caratterizzato dall’esplosione di movimento anti Euro ed anti Troika; del resto, il Fronte Nazionale in Francia e gli Indignados in Spagna dimostrano che le forze ritenute antagoniste o “invotabili”, alle prossime elezioni potrebbero prendere il potere.

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