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Bambini palestinesi uccisi: Ue chiede indagini

La violenza e gli abusi del regime israeliano contro i bambini palestinesi sono oramai divenuti una pratica giornaliera. L’Unione Europea ha sollecitato un’indagine “rapida” sull’uccisione da parte del regime israeliano di un palestinese di 14 anni durante le proteste contro l’occupazione. La delegazione del blocco di 27 nazioni nella Cisgiordania occupata da Israele ha pubblicato la richiesta in un tweet.

“Estendiamo le nostre più sentite condoglianze ai genitori e alla famiglia di Ali Abu Alia. Questo incidente scioccante deve essere rapidamente e completamente indagato dalle autorità israeliane al fine di assicurare i colpevoli alla giustizia”, riporta la dichiarazione dell’Ue.

Bambini palestinesi prime vittime della brutalità sionista

“I bambini godono di una protezione speciale ai sensi del diritto internazionale. Quanti altri bambini palestinesi saranno soggetti a un uso eccessivo della forza letale da parte delle forze di sicurezza israeliane?”, ha chiesto la delegazione. Ali è stato colpito allo stomaco durante una protesta contro l’occupazione israeliana nel villaggio di al-Mughayyir vicino alla città di Ramallah in Cisgiordania.

Anche l’inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Nickolay Mladenov, si è detto sconvolto dall’omicidio. “Israele deve indagare in modo rapido e indipendente su questo incidente scioccante e inaccettabile”, ha twittato.

Israele ha occupato la Cisgiordania durante guerra che ha lanciato contro i Paesi arabi nel 1967. Da allora, ha punteggiato il territorio di insediamenti illegali. Le strutture illegali, ormai, sono arrivate ad ospitare più di 450mila coloni contro gli oltre 2,8 milioni di palestinesi della Cisgiordania. Le morti sono un evento di routine in tutta la Cisgiordania che assiste alle proteste quotidiane contro l’occupazione e l’aggressione di Israele. L’esercito israeliano sostenuto dall’Occidente non esita a scatenare una forza letale sui manifestanti.

Le fazioni palestinesi hanno reagito con indignazione all’assassinio del bambino palestinese, definendolo un “crimine di guerra” e sollecitando la solidarietà tra i palestinesi di fronte al regime dell’apartheid. Il partito Fatah ha sollecitato l’unità tra i palestinesi, mentre Hamas ha chiesto “il consenso nazionale sull’opzione di resistere all’occupazione”.

di Yahya Sorbello

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