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Maryam Rajavi (Mko) in visita a Tel Aviv

Secondo un tweet del console generale francese a Gerusalemme, Pierre Cochard, la leader del gruppo terroristico Mojahedin-e Khalq Organization (Mko), Maryam Rajavi, ha viaggiato a Tel Aviv per negoziare misure anti-iraniane con il Primo Ministro del regime israeliano Benjamin Netanyahu.

“Sono stato sorpreso oggi dalle notizie ricevute da un ex collega con cui ho lavorato a Teheran; Maryam Rajavi, leader dell’Organizzazione Mojahedin-e Khalq (Mojahedin del Popolo Iraniano) ha visitato Israele”, ha twittato il 17 luglio.

“Il 17 luglio, la signora Rajavi ha lasciato Tirana per andare a Tel Aviv. Questo viaggio è stato organizzato da Rudy Giuliani, avvocato personale del presidente Trump e Boaz Rodkin, ambasciatore israeliano in Albania”, ha aggiunto il console francese.

“Sig.ra. Rajavi avrebbe incontrato Yossi Cohen, il direttore del Mossad che ha già collaborato con i Mujahideen alla questione nucleare iraniana. Durante il suo viaggio a Tel Aviv, la signora Rajavi incontrerà anche il Primo Ministro di Israele”, ha scritto il diplomatico francese lo stesso giorno.

“Sig.ra. Rajavi detiene il titolo di rifugiato politico in Francia. I suoi colloqui con lo Stato ebraico non sono stati autorizzati dalla Cancelleria francese in Israele”, ha osservato. “Sig. Netanyahu ha annunciato alcuni giorni fa che presto rivelerà notizie sulle attività nucleari della Repubblica islamica dell’Iran”, ha continuato Cochard.

L’Mko si è rivoltato contro l’Iran dopo la Rivoluzione Islamica del 1979 e ha effettuato diversi attacchi terroristici uccidendo alti funzionari in Iran; tuttavia l’Occidente che afferma di essere contrario al terrorismo, sostiene ufficialmente questo gruppo terroristico.

Maryam Rajavi è leader della setta da oltre 25 anni e durante questi anni non sono state tenute elezioni, anche basate sulla formalità, per selezionare il nuovo leader. La setta è governata da accordi dittatoriali e lontano da meccanismi democratici. Recentemente molti rapporti hanno rivelato anche la stretta cooperazione tra i funzionari sauditi e i terroristi dell’Mko.

di Giovanni Sorbello

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