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Ucraina: sale il livello di criminalità con l’assassinio di oppositori politici e giornalisti

di Cristina Amoroso

Mentre, con l’arrivo della primavera, il bollettino di guerra in Ucraina comincia a farsi pesante, in barba agli accordi di Minks del 12 febbraio scorso, con gli attacchi ripresi domenica scorsa concentrati nei villaggi che sorgono intorno all’aeroporto distrutto di Donetsk, la capitale Kiev ci dà la prova di come il Paese, sotto la guida filo-occidentale stia scendendo ai livelli di pura criminalità, con l’assassinio di oppositori politici per le strade della capitale.

Prima è la volta di un ex alleato del deposto presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich trovato colpito a morte nella sua casa nella capitale ucraina, Kiev. Il ministero dell’Interno ucraino ha dichiarato che il corpo di Oleg Kalashnikov, un ex membro del parlamento ucraino, è stato trovato mercoledì sera, morto per ferite da arma da fuoco, senza specificare se fosse un atto di omicidio o di suicidio.

Kalashnikov è stato un deputato per il Partito delle Regioni nel parlamento precedente, e aveva riferito di aver partecipato alle manifestazioni “anti-Maidan” a sostegno di Yanukovych, estromesso a febbraio 2014, dopo tre mesi di manifestazioni popolari contro il suo governo.
Capo dell’indagine penale l’ucraino Vasily Paskal, che ha promesso di condividere i possibili moventi e i risultati preliminari dell’inchiesta con i media.

Poche settimane fa era stato il figlio dell’ex presidente Viktor Yanukovich – costretto nel frattempo a riparare in Russia dopo il golpe – a perdere la vita quando a marzo la sua auto è misteriosamente caduta in una voragine nel ghiaccio del lago Bajkal.

La morte di Kalashnikov porta a quattro il numero di alleati di Yanukovych trovati morti negli ultimi due mesi. Il 28 febbraio, un ex membro del Partito delle Regioni, Mikhail Chechetov, presumibilmente saltato dalla finestra del suo appartamento al 17° piano a Kiev, lasciando un biglietto di “suicidio”. Due giorni prima, un ex deputato ed ex-presidente di Zaporozhye era stato trovato morto con una  ferita da pistola al collo. La sua morte è indagata come un suicidio. Il 24 febbraio, un membro dell’ex Partito delle Regioni, Stanislav Melnik, morto per un colpo di pistola, la sua morte viene trattata come un suicidio.

Come se non bastasse, dopo poche ore, alle 13 di mercoledì, ad essere ucciso da due uomini a bordo di un’auto è stato il noto giornalista Oles Buzina, anche lui freddato nei pressi della sua abitazione a Kiev. Oles Buzyna,di 45 anni, sostenitore dell’ex presidente, Viktor Yanukovich, ben noto per i suoi pezzi di opinione pro-russi pubblicati nel quotidiano Sevodnya dell’Ucraina, apparso regolarmente in televisione russa per commentare la crisi in corso nella zona est di Ucraina, nelle sue interviste, Buzyna aveva parlato anche a favore di una federazione per l’Ucraina.

Da aggiungere alla già lunga lista di omicidi delle ultime ore anche quello del giornalista Sergej Sukhobok, originario di Donetsk e curatore del sito web del giornale “Obkom”, molto critico nei confronti delle politiche del nuovo regime di Kiev e sostenitore delle ragioni delle popolazioni del Donbass. Sukhobok è stato assassinato nella notte tra il 12 e il 13 aprile, sempre nella capitale. Secondo quanto riferito dalla redazione del portale Obkom.ua, Sukhobok sarebbe stato massacrato di botte vicino alla sua abitazione.

Ora l’assassinio di oppositori politici che sono ritenuti “pro-russi” mostra  il regime di Kiev ad un nuovo livello di illegalità e di estremismo ideologico. La rappresentazione occidentale degli sviluppi sotto il regime di Kiev è una prodezza stupenda di negazione su ciò che sta realmente accadendo in Ucraina.

La pratica di oligarca-banditismo e l’impennata dei paramilitari, che svolgono crimini di guerra contro la popolazione di etnia russa; il bombardamento indiscriminato di città ucraine e villaggi orientali sotto gli ordini dei capi Kiev; e il blocco economico della regione separatista in una politica di punizione collettiva – tutte queste violazioni sono state esaurientemente negate dai governi occidentali e dai loro mezzi di comunicazione.

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