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Anniversario rivoluzione islamica: intervista a S.E. Jahanbakhsh Mozaffari, Ambasciatore della R.I. dell’Iran in Italia

di Redazione

Signor Ambasciatore, l’11 febbraio festeggerete il 36° anniversario della vittoria della rivoluzione islamica in Iran, ci potrebbe spiegare quali sono i maggiori risultati ottenuti dal Governo del Dr. Rouhani?

Come sapete il Governo del Presidente Rouhani, nell’ultimo anno e mezzo ha avuto risultati notevoli in fatto di distensione e di sviluppo delle relazioni estere. L’operato del governo iraniano in questo campo include anche i notevoli progressi registrati nei negoziati nucleari, il rafforzamento delle relazioni regionali e transregionali, nonchè le efficaci azioni di contrasto contro due grandi minacce che attualmente gravano sul Medio Oriente ovvero i venti di guerra che spirano in Siria e il terrorismo takfiri. Il Presidente della Repubblica islamica dell’Iran rivolge uno sguardo pragmatico e realista alla politica estera e agli elementi che influiscono sulla scena politica internazionale. Egli  crede nell’uso della ragione, della logica e ad una interazione costruttiva con il mondo al fine di creare le condizioni che pongano fine ai presupposti in grado di danneggiare le relazioni estere, giustificando l’imposizione di ingiuste sanzioni contro l’Iran.

In considerazione della posizione dell’Iran nella regione e il suo ruolo costruttivo nella distensione regionale, quali sono nello specifico le politiche iraniane al riguardo?

La R.I. dell’Iran è contraria a qualsiasi cambiamento nei governi tramite interventi esterni e considera l’utilizzo della forza l’esatto contrario della democrazia e del diritto dei popoli all’autodeterminazione. Il contrasto a qualsiasi tirannia e invasione, compresa quella militare, fanno parte della cultura islamico–iraniana. La pace  e la sicurezza in tutte le zone intorno a noi non è solo un desiderio bensì una necessità a tutto campo per la R.I. dell’Iran; il governo iraniano nelle sue relazioni internazionali persegue una politica di sempre miglior confidence building nei confronti dei Paesi della regione e del resto del mondo, parallelamente allo sviluppo della propria sicurezza nazionale e dei territori confinanti. Perciò una costruttiva interazione basata sul reciproco rispetto e interessi comuni a parità di posizioni costituisce la base dei rapporti tra l’Iran e gli altri Paesi. La moderazione e la razionalità guidano il governo iraniano nelle sue politiche. L’Iran da sempre tende alla comprensione e ad una efficace interazione con il mondo esterno con l’obiettivo di creare reciproca fiducia nei confronti di altri attori regionali e internazionali.

Come valuta le relazioni tra l’Iran e l’Europa?

Il Governo sta valutando le varie dimensioni della ricostruzione e del miglioramento delle relazioni sia bilaterali che multilaterali con i Paesi dell’Europa e dell’America del Nord in base al reciproco rispetto.

Le azioni in questo ambito riguardano la distensione, l’eliminazione degli ostacoli esistenti, lo sviluppo comprensivo dei rapporti tra cui quelli economici, e in generale, tra i principi cardine della politica estera iraniana possiamo annoverare le collaborazioni regionali nella lotta al terrorismo per l’affermarsi di una stabile sicurezza nella regione; il contrasto alle minacce di guerra in quanto elemento di disturbo nella stabilità e sicurezza regionale, la promozione di sempre maggiori convergenze regionali, il rafforzamento dei legami economici e la promozione dei mutui investimenti.

In considerazione del diffondersi del terrorismo, della violenza e del radicalismo e delle minacce che ne derivano all’Europa, quale potrebbe essere la strada da intraprendere?

Una parte importante della nostra regione brucia nel fuoco del radicalismo minacciando non solo i nostri vicini ma l’intero mondo; esiste un flusso di elementi violenti ed estremisti da vari Paesi verso il medio Oriente con l’obiettivo di fomentare l’islamofobia e creare i presupposti per nuovi interventi da parte di forze esterne nella nostra regione. Per combattere contro il terrorismo bisogna conoscere le sue radici che si propagano nella povertà, disoccupazione, discriminazione, umiliazione e ingiustizia. Il terrorismo si nutre di violenza. Per sradicarlo è necessario promuovere la giustizia, lo sviluppo e nello stesso tempo non permettere che la versione mistificata e distorta delle religioni monoteistiche giustifichi la violenza. Nel contempo è necessario contrastare le offese e astenersi dal recare offesa alla fede altrui. La mistificazione della religione, così come l’offesa recata ad un credo religioso, sono le due manifestazioni di un tentativo di colpire l’immagine dell’Islam e ambedue sono segni di mancanza di rispetto e tolleranza nei confronti del prossimo. Gli errori strategici dell’Occidente in Medio Oriente, nell’Asia centrale e nell’Area Caucasica hanno trasformato questa parte del mondo nel Paradiso dei terroristi e degli estremisti. L’esperienza dei fenomeni quali Al-Qaeda e Talebani ed altri gruppi estremisti è la prova che queste formazioni  radicali non possono essere utilizzate nella lotta contro determinati Paesi e rimanere nel contempo immuni dalle conseguenze del loro estremismo. L’ Iran sostiene tutte le nazioni che contrastano e lottano contro il terrorismo ed è motivo di soddisfazione notare come i popoli della regione dal Pakistan  all’Afghanistan fino all’Iraq, Siria, Palestina e Libano, non solo resistono contro violenza e terrorismo ma riescono a conseguire delle vittorie contro di essi.

Prima dell’11 settembre la Repubblica islamica dell’Iran aveva invitato il mondo al “Dialogo” e prima delle recenti manifestazioni di violenza aveva richiamato alla costituzione di “ un mondo privo di violenza e estremismi”. Il Presidente della R.I. dell’Iran l’anno scorso durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proposto una lotta globale contro il fenomeno della violenza e del radicalismo che è stata accolta con grande consenso. Se non si prenderanno le più adeguate misure contro questo sinistro fenomeno si andrà inevitabilmente verso il caos nella regione con  conseguenti ripercussioni nel mondo. In questo momento l’Iran è uno dei Paesi più stabili e sicuri in una delle regioni più insicure e instabili del mondo e sta portando avanti progetti di sviluppo economico e progresso, contribuendo altresì alla sicurezza e stabilità della regione, che considera come proprie.

Come considera i negoziati tra l’Iran e i 5+1 e in generale la diplomazia nucleare del suo Paese?

Lo scorso anno siamo stati coinvolti in negoziati molto trasparenti, seri e sinceri per creare un clima di fiducia in relazione al programma nucleare iraniano. L’inizio di questi negoziati è stato il frutto di una volontà del popolo iraniano e non contrariamente a quanto alcuni asseriscono, determinato dalla pressione delle sanzioni o dalle minacce. Secondo noi la questione nucleare si risolve esclusivamente attraverso i negoziati e il raggiungimento di un’intesa. Al riguardo il nostro metodo di lavoro si basa sulla reciproca fiducia, l’eliminazione dei reciproci dubbi, la parità delle posizioni, il mutuo rispetto per  le norme internazionali accettate. Nel processo negoziale è assolutamente necessario tenere fede agli impegni presi, attuandoli  in modo preciso e fedele alle intese . Il governo iraniano nei mesi scorsi ha adottato delle iniziative nell’ambito dei negoziati per creare nuove condizioni rivolte alla soluzione della questione che sono sfociate nell’accordo di Ginevra. Se le controparti saranno abbastanza flessibili e dotate di necessaria volontà, possiamo entro la scadenza determinata conseguire il pieno successo. Per l’Occidente iI raggiungimento dell’accordo comprensivo con l’Iran rappresenta un’occasione storica per dar prova di non essere contrario allo sviluppo e al progresso altrui e di non avere atteggiamenti discriminatori verso alcun Paese. Questo accordo potrebbe anche essere foriero  di un messaggio per il  mondo   e cioè che la via della risoluzione delle divergenza passa attraverso il dialogo e il rispetto e non attraverso  lo scontro  e le sanzioni. Non vi è dubbio che l’esito positivo dei negoziati nucleari potrà dare l’avvio a vaste collaborazioni per la promozione della sicurezza, pace e sviluppo  a livello globale. I negoziati negli ultimi mesi sono stati condotti con serietà e ottimismo da entrambe le parti e qualunque ritardo nel raggiungimento dell’esito finale aumenterà i costi, non solo per noi ma anche per le economie di altri Paesi a danno dello sviluppo e della sicurezza della regione. La R.I. dell’Iran, come constatato dagli osservatori internazionali, ha adempiuto agli impegni presi, anche se la controparte, attraverso alcune dichiarazioni ed azioni ha suscitato dei dubbi circa la sua reale determinazione. Speriamo che i negoziati riescano a raggiungere gli obiettivi previsti nei tempi stabiliti. Noi siamo decisi a continuare il nostro programma nucleare pacifico che comprende il diritto all’arricchimento dell’uranio ed altri diritti nucleari nel proprio territorio nel quadro dei regolamenti internazionali.

Le relazioni tra l’Iran e l’Italia come sono attualmente?

Tra l’Iran e l’Italia ci sono relazioni buone e in via di sviluppo. L’Italia è tra quei Paesi europei con i quali abbiamo avuto sempre relazioni costruttive a vari livelli politici, economici e culturali.  Dopo l’elezione del Presidente Rouhani, l’Italia è stato tra i Paesi che ha reagito positivamente e con realismo nei confronti della R.I. dell’Iran e ci sono state ottime interazioni politiche e culturali tra i nostri Paesi.

E’ motivo di grande soddisfazione che l’anno scorso vi sono stati scambi di delegazioni tra vice Presidenti della Repubblica, ministri degli Affari Esteri e della Cultura, alte autorità del potere giudiziario, membri del gruppo di amicizia parlamentare e Camere di commercio. Ci auguriamo che questo andamento positivo si riconfermi nel prossimo futuro, trovando spazi per ulteriore crescita.

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