Ucraina: analisi delle strategie di sfruttamento

Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’Ucraina è rimasta un’arena centrale nella lotta geopolitica tra Oriente e Occidente, divisa tra gli interessi russi da una parte e le ambizioni occidentali dall’altra. L’Ucraina ha pagato il prezzo di ogni brusca svolta della storia: dalla Rivoluzione Arancione alle proteste di Maidan, fino alla guerra su vasta scala con la Russia nel 2022. Tuttavia, la guerra è stata solo il culmine di un lungo processo di sfruttamento iniziato presto, in cui l’Ucraina si è trasformata da uno Stato che cercava di costruirsi uno “strumento funzionale” al servizio degli interessi delle grandi potenze.
L’Occidente utilizza l’Ucraina come risorsa strategica contro la Russia (e indirettamente la Cina), avvalendosi di strumenti economici, politici, militari, mediatici e istituzionali, tutti finalizzati allo smantellamento della sovranità ucraina e alla monopolizzazione delle sue risorse naturali, in particolare nei settori dell’agricoltura, dell’energia e dei metalli rari. La firma dell’accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti nel 2025, a seguito del memorandum d’intesa con l’Unione Europea, rappresenta il culmine di una strategia deliberata di esaurimento e dipendenza.
Gli obiettivi
Analizzando le fasi di questo sfruttamento, proviamo a rispondere a domande fondamentali: quali sono i veri obiettivi dell’Occidente nel sostenere l’Ucraina? Quali metodi di dominazione sono stati utilizzati? In che modo queste politiche hanno influenzato l’Ucraina, la Russia e il sistema internazionale? Ma soprattutto: stiamo assistendo a una nuova forma di colonialismo economico soft, praticato in nome della “democrazia”, della “ricostruzione” e della “partnership”?
Le politiche occidentali nei confronti dell’Ucraina tra il 2014 e il 2025 sono un modello completo di sfruttamento geopolitico ed economico di un popolo e di uno Stato all’insegna del “sostegno e delle riforme”. Proviamo ad analizzare le fasi principali: in primo luogo, il contesto geopolitico (2014-2021): sfruttamento dell’instabilità politica in Ucraina per consolidare l’influenza occidentale attraverso rivoluzioni colorate e sostegno alle élite fedeli all’Unione Europea e alla Nato.
Le mani sull’Ucraina
Poi, si studiano gli strumenti di sfruttamento prima della guerra (2014-2022): interventi neoliberisti attraverso il Fondo monetario internazionale, privatizzazione dell’agricoltura, dell’energia e dei minerali e il predominio di aziende come Cargill e Shell su settori vitali. Sfruttamento della guerra (2022-2024): trasformare l’Ucraina in un laboratorio sul campo per l’industria degli armamenti, una fonte alternativa di energia europea e un’arena per la migrazione organizzata e la fuga di cervelli. A ciò si aggiunge l’accordo sulle terre rare (2025), che rappresenta l’apice dello sfruttamento occidentale, in quanto sono stati firmati contemporaneamente due accordi con l’Unione Europea e gli Stati Uniti, svelando un conflitto tra gli alleati sulle risorse e consacrando l’Ucraina come colonia di risorse secondo il modello di egemonia economica morbida.
Questo conflitto ha avuto numerose ripercussioni per l’Ucraina, che ha perso la sovranità, la dipendenza economica e ha visto l’esaurimento delle risorse umane e naturali. Per quanto riguarda la Russia, ha approfondito il senso di assedio e accelerato la militarizzazione della strategia russa. Si registra un’ulteriore escalation dei conflitti sull’ordine internazionale, in particolare tra Occidente e Cina, e la riproduzione del colonialismo attraverso l’uso di strumenti morbidi.
Per quanto riguarda l’etica politica, mette in luce i doppi standard nel discorso occidentale sui diritti umani. Di conseguenza, la guerra contro l’Ucraina non è stata semplicemente uno scontro di confine, ma un momento storico sfruttato dalle potenze occidentali per ristrutturare uno Stato debole sotto le mentite spoglie di “democrazia e ricostruzione”. L’Ucraina si è trasformata da progetto sovrano in funzione economica e di sicurezza nella strategia del nuovo conflitto globale.
di Redazione