Oltre 800 civili siriani uccisi da bombe Usa
Più di 800 civili siriani sono stati uccisi in Siria durante i 28 mesi di attacchi aerei della coalizione a guida Usa. Lo ha riferito lunedì l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (Sohr) un gruppo di monitoraggio con sede nel Regno Unito, precisando che degli 820 civili uccisi 310 erano donne e bambini, e che gli attacchi aerei hanno causato gravissimi danni alle proprietà civili.
Dall’inizio degli attacchi da parte della coalizione a guida Usa sono stati uccisi circa 6.909 membri di Daesh, Fatah al-Sham e di altri gruppi terroristici. Da settembre 2014 l’intesa conduce attacchi aerei all’interno della Siria contro quelli che si dice siano terroristi Daesh senza alcuna autorizzazione di Damasco o di un mandato delle Nazioni Unite.
Più volte sono state rivolte alla coalizione accuse di colpire e uccidere civili siriani, di essere in gran parte incapace di svolgere il proprio obiettivo dichiarato di distruggere Daesh. Lo stesso ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha accusato all’inizio del mese la coalizione di non avere dato alcun contributo positivo alla lotta contro il terrorismo in Siria, che ha dovuto combattere la militanza estera sponsorizzata in quasi sei anni.
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, nel mese di agosto dello scorso anno ha stimato che più di 400 mila persone hanno perso la vita nell’inferno siriano.
La guerra civile siriana è il conflitto più pericoloso e distruttivo nel mondo, secondo l’economista Jeffrey Sachs. Dall’inizio del 2011, centinaia di migliaia di persone sono state uccise e circa dieci milioni di siriani sono stati sfollati. L’Europa è in preda alle convulsioni causate dal flusso di rifugiati e dal terrore scatenato dall’Isis, e gli Stati Uniti e la Nato si sono trovati più volte pericolosamente vicini al confronto diretto con la Russia.
E’ deplorevole che l’ex presidente Barack Obama abbia aggravato il pericolo nascondendo il ruolo degli Stati Uniti in Siria, sia al popolo americano che all’opinione pubblica mondiale. Per porre fine alla guerra in Siria – scrive Jeffrey Sachs – bisognerebbe che gli Stati Uniti rendessero onestamente conto delle operazioni segrete in corso nel conflitto, a partire dal 2011, compreso un rapporto su chi finanzia, arma, addestra e incita le varie parti in causa. Tali rivelazioni potrebbero porre fine al comportamento spericolato e irresponsabile di molti Paesi.
di Cristina Amoroso