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Turismo sessuale, mercificazione dell’infanzia

Turismo sessuale – Un esercito di ottantamila uomini che partono dall’Italia verso mete oltre le quali si erge il muro di confine della legalità, dei diritti dei bambini, del pudore e della moralità. È l’esercito che senza armi belliche, senza invasioni selvagge, con una fedina penale pulita e la faccia del turista curioso, pronto a nuove esperienze, in cerca di una o più anime da fare ostaggio per qualche ora. Un bottino di guerra che, una volta tornati a casa, resterà nel proprio bagaglio segreto dei ricordi, quelli da non raccontare. Sono i turisti del sesso, uomini dai venti ai quarant’anni di età: imprenditori, professionisti, gente più o meno benestante, padri di famiglia o single, persone acculturate o di basso ceto sociale.

Queste persone alimentano il turismo sessuale, un vero è proprio commercio dei minori nel quale le organizzazioni criminali contano tanto quanto quello della droga. I Paesi di origine e partenza dei turisti del sesso sono, oltre all’Italia, Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina.

I luoghi preferiti del turismo sessuale

Sono quelli più poveri e degradati, dove lo stato di bisogno facilita l’adescamento di minori. A facilitare l’incontro del mostro con la propria vittima spesso è una rete di commercio ben organizzata e appositamente gestita dalla delinquenza locale. Colombia, Repubblica Dominicana, Thailandia, Cambogia, Brasile, Paesi dell’Est Europa e dell’Africa sono fra i più visitati da quanti vogliono vivere l’esperienza di una trasgressione sessuale senza il rischio di pagarne le conseguenze.

S’illudono, questi individui, di non fare nulla di male. Danno denaro a chi ne ha veramente bisogno per sopravvivere, in cambio di qualche ora senza più regole. Persone che contano sull’anonimato e l’impunità che queste aree geografiche troppo spesso garantiscono loro. Le vittime di questa mercificazione dell’infanzia sono ragazzini e ragazzine tra i dodici e i quattordici anni, ma spesso la richiesta riguarda bambini al di sotto degli undici anni. Gli abitudinari del turismo sessuale minorile sono il 35% , mentre circa il 65% sono gli occasionali e coloro che vogliono “semplicemente provare”. Il 5% dei turisti sessuali sono pedofili.

Ancora oggi, molte di queste persone ritengono sia più sicuro soddisfare le proprie pulsioni sessuali con bambini, per ovviare al problema delle malattie sessualmente trasmissibili, infatti pensano che minore è l’età della vittima, maggiore è la probabilità che non abbia subito contagi. Considerano, dunque, un bambino o una bambina alla stregua di un oggetto. Il compratore pretende che abbia la massima garanzia di poterne fare uso a proprio beneficio e senza spiacevoli inconvenienti.

Primo Congresso e la legge aggiornata

Sin dal Primo Congresso Mondiale sullo sfruttamento sessuale e commerciale dei minori, che ebbe luogo a Stoccolma nel 1996, fu chiaro che era necessario intervenire su più fronti. In quella occasione il relatore speciale delle Nazioni Unite, Ofelia Calcetas-Santos, evidenziò nel suo discorso che “va decretata senza ambiguità l’illegalità e l’immoralità dello sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali” e inoltre “va eliminato ogni dubbio sul fatto che, in tale circostanza, i minori non sono mai gli autori del reato, bensì le vittime”.

Infatti, spesso e volentieri, chi perpetra violenza a pagamento su minori, si convince che i bambini delle altre nazioni non siano come i bambini di casa nostra o come i propri figli. Crescono prima, vivono così perché sono abituati, è il loro mondo, è nella loro natura e cultura. Un ulteriore atto di disprezzo verso una creatura che non ha le capacità e gli strumenti per difendersi, oltre ad essere un modo disgustoso e vile di giustificare il marcio che questi uomini hanno dentro.

Anche le donne, purtroppo, alimentano il turismo sessuale e sono il 10%. Partono con l’idea di soddisfare la propria idea di divertimento, alla ricerca di qualcuno che le accompagni per tutta la durata della loro vacanza. Solitamente le loro prede sono ragazzi minorenni che, spinti dal bisogno, si prestano a diventare “l’amico speciale” per qualche giorno o per settimane.

Legge 38 del 2006

In Italia, la legge 38 del 2006 aggiorna quella precedente contro lo sfruttamento sessuale dei minori e obbliga gli operatori turistici che organizzano viaggi in Paesi esteri ad inserire nei programmi e nei documenti da viaggio consegnati agli utenti una comunicazione obbligatoria che non lascia dubbi: “La legge italiana punisce con la reclusione i reati concernenti la prostituzione e la pornografia minorile, anche se commessi all’estero”. Si introduce inoltre il principio della extraterritorialità: chi commette il reato di sfruttamento sessuale su minori è inquisibile nello Stato estero e anche dalla magistratura italiana.

Quella contro il turismo sessuale a danno dei minori, è una battaglia che non vede ancora conclusione, deve essere combattuta anche attraverso l’educazione e la consapevolezza che un bambino e un’adolescente sono intoccabili, degni di rispetto, di avere riconosciuto il diritto a vivere, crescere e giocare come ogni altro bambino, ancor più se già oppressi dalla povertà o da regioni del mondo che non li tutelano, in qualunque parte del mondo essi siano nati.

di Anna Lisa Maugeri

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