Turchia – Il principale leader dell’opposizione turca ha promesso di rimandare a casa 3,5 milioni di rifugiati siriani e di ricostruire i legami con il presidente Bashar Assad, se batterà il presidente Recep Tayyip Erdogan alle prossime elezioni.
In un video pubblicato sul suo account Twitter, il leader del Partito Repubblicano Popolare (Hdp), Kemal Kilicdaroglu, ha annunciato la sua intenzione di riaprire le ambasciate in entrambi i Paesi, ripristinare i rapporti con Assad e restituire i rifugiati siriani “entro due anni” dall’arrivo al potere.
Turchia e la crisi dei rifugiati
Kilicdaroglu ha dichiarato che la presenza dei siriani ha causato “grandi lamentele da parte di cittadini che non hanno lavoro o reddito”. Ha aggiunto che “problemi più grandi” a cui non c’è soluzione potrebbero essere affrontati in futuro.
“Vai a Istanbul, Izmir, Kayseri, Hatay, Gaziantep e Kilis, e lì troverai molti di questi problemi diffusi”, ha sottolineato. Ha citato come esempio il distretto sud-orientale di Sanliurfa dove i siriani lavorano per la metà del salario dei turchi e quindi si prendono molti dei posti di lavoro. Secondo il leader dell’Hdfp, “i siriani ci sono vicini, ma saranno più felici sul suolo in cui sono nati, e per questo lavoreremo per mandarli lì sani e salvi”.
Questa non è la prima volta che ha annunciato l’intenzione di rimandare i siriani nel loro Paese d’origine, aggiungendo che l’Unione europea (Ue) pagherà per il ritorno dei siriani.
Condannando l’Ue per essersi lamentata della crisi dei rifugiati che attraversa la Turchia verso l’Europa senza riuscire a costruire infrastrutture che consentissero il ritorno dei rifugiati, Kilicdaroglu ha dichiarato: “Ho detto all’Ue: mettete le mani in tasca e costruite scuole, ospedali, infrastrutture e strade, e poi li rispediremo nel loro Paese”. Ha sottolineato su Twitter di non essere “per niente come” Erdogan. “Nessuno può dichiarare il mio Paese una prigione aperta per i rifugiati. Lascia che te lo dica in anticipo, ti aspettano trattative molto dure”.
di Redazione
