Turchia: 40 F-16 in “regalo” per il Sì alla Svezia
La Turchia di Erdogan, abile manovratore sullo scacchiere mondiale, si è mossa bene giocando al meglio le sue carte. Quello che la delegazione delle Forze Armate degli Stati Uniti gli porterà in dono è un pacchetto che, per Erdogan, è di fondamentale importanza. Un regalo “dovuto” dopo che la Turchia ha rimosso l’ultimo veto all’ingresso della Svezia e della Finlandia nella famiglia della Nato. Il tutto è accaduto il 23 Ottobre scorso, quando al parlamento di Ankara il primo ministro turco ha presentato un disegno di legge che approvava la candidatura di Stoccolma. Il tutto, dopo che il sultano aveva tenuto in ostaggio il Paese scandivano con l’accusa di ospitare dei terroristi appartenenti al Pkk.
Abilità della Turchia
Sono 40 gli F-16 che verranno messi sul tavolo dai funzionari americani, oltre a 79 kit per l’ammodernamento dei caccia già in dotazione. L’acquisto degli aerei era uno dei “regali” previsti nel caso in cui Ankara avesse dato via libera ai due Paesi scandinavi. L’esclusione della Turchia dal programma di cooperazione militare sugli F-35 era stata voluta dal presidente Donald Trump, dopo che Erdogan aveva acquistato dalla Russia il sistema di difesa missilistico S-400.
L’abilità di Erdogan si è dimostrata quando Svezia e Finlandia hanno fatto richiesta di entrare nella Nato, la Turchia che era stata estromessa dal programma, ha trovato l’opportunità di rimettersi al tavolo delle trattative bloccando l’adesione dei due Stati; il suo No era vincolante visto che l’adesione deve essere unanime.
Lo scacchiere di Erdogan
Giocando al meglio le sue carte, il sultano è riuscito a far saltare il banco visto che Joe Biden ha informato il congresso che sarebbero stati venduti degli F-16 alla Turchia. Inoltre vi è il pacchetto di ammodernamento per un valore di 23 miliardi di dollari. L’abilità del premier turco non deve sorprendere, basti ricordare la Libia oppure i continui tentativi di mediazione tra L’Ucraina e la Russia.
In un’Europa anemica che non riesce a trovare energia vitale, Stati come la Turchia hanno vita facile a dettare il gioco, ponendosi non come Stati autoritari ma come stati democratici nell’amnesia generale.
di Sebastiano Lo Monaco