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Trump, un impero costruito sulle risorse minerarie

Trump – Con l’accelerazione della rivoluzione tecnologica e il passaggio all’energia pulita, i metalli rari non sono più solo elementi chimici studiati negli istituti, ma sono diventati tesori nascosti contesi dalle grandi potenze e un’arma strategica che accende i fuochi della competizione negli ambiti della geopolitica e dell’economia.

Questi metalli, tra cui l’oro scintillante, l’argento lucente, il raro platino, il prezioso palladio e terre rare come il lantano e il neodimio, costituiscono la spina dorsale delle industrie moderne, dagli smartphone che si insinuano in ogni tasca, alle auto elettriche che invadono le strade, fino alle armi avanzate che determinano l’equilibrio del potere sul campo di battaglia.

Nel mezzo di questa feroce competizione globale, il nome del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, spicca come quello di una persona avida che cerca di costruire un impero basato sul controllo di queste preziose risorse, per assicurarsi un punto d’appoggio nella corsa al dominio del futuro.

Pertanto, l’attuale amministrazione statunitense, con Trump al potere, cerca di sfruttare la propria influenza per controllare le risorse mondiali di litio, cobalto e metalli rari, attraverso misure politiche ed economiche intensive.

Il gioco di Trump

Da qui si può comprendere la pressione americana sul Sudafrica e l’agitazione delle differenze etniche da parte di Trump, nel tentativo di ricattare questo Paese, con l’obiettivo di ottenere le sue enormi riserve di minerali rari.

Trump si è reso conto fin da subito che un’eccessiva dipendenza dalla Cina, che controlla oltre l’80% della produzione mondiale di terre rare, rappresenta una minaccia esistenziale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Quindi ha dato sfogo ai suoi ambiziosi piani, iniziando con l’incremento della produzione nazionale allentando le restrizioni ambientali sulle attività minerarie, il che ha dato alle aziende americane un enorme impulso per aumentare la loro produzione. Ma si è reso conto che l’autosufficienza è un’illusione, così ha rivolto la sua attenzione verso altri Paesi ricchi di queste risorse, come l’Ucraina, il Sudafrica e la Groenlandia, nel tentativo di tessere una rete di influenza che garantirebbe il flusso ininterrotto di metalli rari verso gli Stati Uniti.

Ucraina, la porta d’accesso dell’Europa ai tesori nascosti

L’Ucraina possiede enormi riserve di minerali rari, soprattutto nelle sue regioni orientali, il che l’ha resa un bersaglio delle ambizioni di Trump. Oltre ai calcoli politici legati al conflitto con la Russia, le risorse naturali dell’Ucraina sono un tesoro nascosto che Trump aspira ad acquisire con qualsiasi mezzo.

In un’equazione che è diventata cristallina, in cui chiunque controlli i minerali rari impone il suo dominio sul futuro della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e delle industrie della difesa, la nuova amministrazione statunitense ha fatto pressione su Kiev per costringerla a firmare un accordo che fornisce agli Stati Uniti il ​​50% dei suoi minerali gratuitamente, in cambio di ciò che Washington afferma essere “armi e sostegno finanziario” per aiutarla a confrontarsi con la Russia.

La maggior parte delle miniere di terre rare dell’Ucraina si trovano nell’est del Paese controllato dalla Russia e includono litio, titanio e grafite, minerali vitali per le industrie di tecnologia avanzata. Questo spiega il recente riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti, poiché questi ultimi cercano di negoziare con Mosca per ottenere una quota di queste risorse.

Sudafrica, i tesori del continente nero sotto il microscopio americano

Nel continente africano, dove la terra accumula silenziosamente le sue ricchezze, il Sudafrica ha catturato l’attenzione dell’amministrazione statunitense, non solo perché è uno dei maggiori produttori di platino e oro al mondo, ma perché rappresenta una porta di accesso al controllo di altri minerali rari essenziali per le industrie avanzate.

Con gradualità, Washington ha concluso accordi per incrementare gli investimenti nel settore minerario in Sudafrica, al fine di garantire un flusso ininterrotto di minerali verso i mercati americani. Questa mossa non è stata solo una cooperazione economica, ma parte di una scacchiera strategica volta a rafforzare l’influenza americana in Africa, un continente che è stato a lungo definito il “deposito mondiale di risorse naturali”.

L’ambizione degli Stati Uniti non si è fermata al Sudafrica. Nel 2022, gli Stati Uniti hanno firmato accordi con la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia per sviluppare una filiera di fornitura per le batterie dei veicoli elettrici, evidenziando la loro incessante ricerca delle riserve di rame, litio e cobalto dei due Paesi, che sono la spina dorsale dell’industria delle batterie e della tecnologia moderna.

Per migliorare il proprio controllo logistico, Washington ha contribuito a finanziare il progetto di riabilitazione del corridoio ferroviario di Lobito, che mira a facilitare il trasporto di minerali dal Congo, dallo Zambia e dall’Angola alla costa occidentale dell’Africa, conferendo agli Stati Uniti un vantaggio strategico nell’assicurarsi queste risorse vitali.

Groenlandia, il ghiaccio che nasconde i tesori della Terra

La Groenlandia, la vasta isola ghiacciata, non è sfuggita a Trump, che ha dichiarato apertamente di volerla acquistare, in una mossa che al mondo è sembrata uno scherzo, ma che in realtà riflette un piano economico e strategico ben congegnato.

Tra gli spessi strati di ghiaccio si celano enormi ricchezze di minerali rari, insieme a enormi riserve di petrolio e gas, che rendono la Groenlandia una perla nascosta nella corsa al predominio delle risorse naturali. Con l’intensificarsi della concorrenza internazionale, Washington ha cercato di imporre la propria influenza nella regione, tentando di bloccare il percorso di Cina e Russia, che a loro volta si sono rese conto del valore di quest’isola e dei tesori che nasconde.

Lotta globale sui metalli rari… una guerra fredda in veste economica

La corsa alle terre rare non si è limitata ai soli Stati Uniti: anche Cina e Russia sono entrate prepotentemente nell’arena. La Cina, il gigante industriale, ha mantenuto una presa ferrea sul mercato delle terre rare, investendo miliardi di dollari in Africa e altrove per consolidare il proprio controllo. La Russia, che possiede vaste riserve di palladio e platino, ha intensificato gli sforzi per rafforzare la propria influenza nell’Artico, dove vaste riserve si trovano sotto i ghiacci.

L’instancabile ricerca di terre rare da parte di Trump non è solo una mossa economica, ma un fattore cruciale nel rimodellare la mappa delle relazioni internazionali. La concorrenza con la Cina potrebbe far aumentare le tensioni economiche a livelli senza precedenti, mentre le mosse degli Stati Uniti potrebbero spingere la Russia a rafforzare le sue alleanze con altri Paesi ricchi di minerali, come il Kazakistan e la Mongolia.

Trump lavora per stabilire un nuovo tipo di impero

Mentre i Paesi in via di sviluppo guardano con trepidazione agli investimenti degli Stati Uniti, molti temono che queste partnership possano trasformarsi in una nuova forma di dominio, in cui le risorse vengono prosciugate senza che i benefici vengano trasferiti alla popolazione.

In un mondo che si muove rapidamente verso tecnologie avanzate ed energie pulite, i metalli rari sono diventati fondamentali per il predominio economico e militare. Nel suo instancabile tentativo di costruire una rete di influenza che si estenda dall’Ucraina all’Africa alla Groenlandia, Trump sembra lavorare per stabilire un nuovo tipo di impero, basato non su territori ed eserciti, ma sul controllo delle risorse che alimentano le industrie e le tecnologie avanzate.

Sebbene alcune delle sue mosse possano sembrare provocatorie o addirittura controverse, riflettono una profonda consapevolezza che chiunque oggi possieda metalli rari potrebbe controllare l’equilibrio di potere globale domani. In definitiva, non si tratta solo di una competizione economica, ma di una battaglia per il controllo delle risorse del pianeta, in cui politica ed economia si intrecciano e i giganti combattono in pubblico e in segreto per i tesori nascosti della Terra.

di Redazione

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