Governo Trump: armi ad Arabia Saudita e Bahrain
L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump è pronta ad approvare la vendita di armi in Arabia Saudita e Bahrain, bloccata in precedenza per il clamore derivato dalle violazioni dei diritti umani delle due monarchie del Golfo.
Un pacchetto di armi di precisione e tecnologia missilistica destinato all’Arabia Saudita del valore di circa 300 milioni di dollari, e un accordo di quattro miliardi di dollari per la fornitura di jet da combattimento F-16 al Bahrain sono ora pronti per l’autorizzazione della Casa Bianca, secondo le affermazioni di un funzionario Usa coinvolto nei trasferimenti di armi.
Durante i suoi ultimi mesi di mandato, l’ex presidente Barack Obama aveva bloccato il trasferimento di munizioni di precisione a Riyadh a causa del clamore suscitato dalle vittime civili su larga scala derivanti da attacchi aerei sauditi in Yemen. L’amministrazione Obama aveva anche comunicato al Congresso che non avrebbe completato l’approvazione per la vendita al Bahrain fino a 19 F-16 della Lockheed Martin Corp. fino a quando il regno non fosse stato in grado di dimostrare i progressi in materia di diritti umani. Il governo in Bahrain, che ospita la 5° flotta della Us Navy, ha fortemente represso il dissenso politico dal 2011.
Nel tempo l’Arabia Saudita ha acquistato miliardi di dollari di aerei da guerra americani e altre armi che sta utilizzando nella sua campagna militare in Yemen. L’aggressione militare ha distrutto gran parte delle infrastrutture dello Yemen. Essa ha anche causato la morte di oltre 11.400 yemeniti, tra cui donne e bambini, secondo l’ultimo conteggio effettuato da un gruppo di monitoraggio yemenita.
Ora la notizia della vendita di armi alle due monarchie del Golfo, accanto ad altre decisioni di politica estera, tra cui il divieto di immigrazione, la creazione di no-fly zone sulla Siria e l’annuncio di sanzioni verso società collegate con il presunto programma missilistico iraniano, suggeriscono che i nuovi leader americani si stanno dirigendo verso il rinnovo della grande politica americana dal disegno di “unità invincibile” con gli amici per tutti i mezzi a confronto con gli avversari.
Le ragioni della vendita di armi alle monarchie del Golfo
Dati i mercati attraenti e lucrativi di questi Paesi arabi ricchi di petrolio per le aziende di armi americane, il governo Trump tenterà di vendere armi a Paesi del Golfo arabo per due ragioni principali: in primo luogo per creare posti di lavoro e ottenere miglioramenti economici in modo da realizzare le promesse fatte nella sua campagna elettorale e in secondo luogo per conquistare credito presso i produttori di armi americani, la maggior parte delle lobbies dei quali erano già pro-Trump in campagna elettorale.
Un altro punto deve essere messo in conto: esiste una competizione tra gli alleati arabi degli Stati Uniti: tra l’Egitto e l’Arabia Saudita, tra il Qatar e l’Arabia Saudita, tra il Qatar e e l’Egitto. Così la fornitura di armi ad una parte spingerà le altre parti ad una gara di acquisti militari, da cui riuscirà vincitore assoluto il produttore di armi americano.
Se la decisione di Trump di vendere armi all’Arabia Saudita e al Bahrain dopo il divieto di Barak Obama rappresenta un messaggio rassicurante per gli alleati dell’Asia occidentale, in particolare per il regime di Israele, vuole essere anche un chiaro segnale per l’Iran, la Russia e la Siria.
Senza alcun dubbio, l’alleanza che riunisce l’Iran, la Russia e la Siria è riuscita a concedere ai tre alleati un gradino superiore negli sviluppi militari e politici siriani. Questo, a sua volta, ha dato loro maggiore potenzialità per influenzare il corso della guerra e disegnare le linee per il futuro della Siria rispetto alla parte opposta, che è l’alleanza occidentale-araba che lavora contro il governo siriano.
L’accordo sulle armi permetterà all’Arabia Saudita di armare ulteriormente le forze anti-Assad e potenziare la devastante offensiva militare contro il popolo yemenita.
di Cristina Amoroso