Tra terrore e repressione nasce il “nuovo” Egitto
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di Zenab Muhammad
Fa ancora discutere la sentenza della corte egiziana sulla condanna a morte di diversi dirigenti e centinaia di sostenitori della Confraternita dei Fratelli Musulmani.
Sono stati accusati di aver partecipato ai disordini durante la rivolta del dopo Morsi e di aver organizzato manifestazioni non autorizzate.
Il leader della Fratellanza, Mohamed Badie, ha affermato che: “Non c’è giustizia, non c’è più un sistema giuridico in Egitto. Le cause si sono ora trasformate in battaglie politiche, in cui il sovrano cerca vendetta contro i cittadini patriottici”.
La Fratellanza Musulmana è stata dichiarata dal governo militare un’organizzazione terroristica, ed è accusata di essere stata dietro gli attacchi contro le forze dell’ordine.
Mokhtar Nouh, membro del Consiglio nazionale egiziano per i diritti umani, ha dichiarato che il verdetto potrebbe provocare una nuova ondata di violenze in Egitto e di condanne internazionali nei confronti delle autorità del Cairo. “È molto probabile che le sentenze saranno modificate in appello, perché i giudici non hanno dato agli imputati abbastanza tempo per organizzare la difesa”, ha concluso Nouh.
Queste condanne di massa e udienze veloci hanno suscitato varie critiche da parte delle Nazioni Unite e dei gruppi dei diritti umani. Questi verdetti senza precedenti rappresentano un totale disprezzo delle leggi sui diritti umani internazionali. Il mondo non può più permettersi di rimanere in silenzio davanti a tali violazioni dei diritti umani e sulle ingiustizie commesse dalla giunta militare in Egitto contro il proprio popolo.