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Tra confische e demolizioni, Israele continua la sua occupazione

di Redazione

Quasi 300 abitanti del villaggio di Susiya in Cisgiordania sono a rischio di essere sfollati dopo che il mese scorso l’Alta Corte di Israele ha respinto una petizione presentata dai residenti locali per fermare gli ordini di demolizione del villaggio. La sentenza della Corte consente al regime israeliano di entrare e demolire le strutture residenziali e agricole, in qualsiasi momento. Il villaggio si trova a soli cento metri da un insediamento israeliano nel sud di Hebron (al-Khalil).

La sentenza è l’ultima battuta d’arresto per i palestinesi nella battaglia decennale contro lo sfollamento forzato da parte del regime israeliano.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), negli ultimi mesi diversi villaggi appartenenti ai palestinesi sono già stati rasi al suolo dalle forze del regime israeliano. Tutto ciò accade in piena violazione del diritto internazionale che proibisce la distruzione di proprietà privata o pubblica in territori occupati.

Il Comitato israeliano contro la demolizione delle case ha dichiarato giorni fa che Israele ha distrutto almeno 359 strutture palestinesi in Cisgiordania durante tutto il 2014. Israele continua la sua occupazione confiscando terre e risorse palestinesi nonostante le critiche – seppur sterili – da parte della comunità internazionale.

Più di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegali costruiti su territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.

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