Torri di controllo mobili per sorvegliare e attaccare la prigione Gaza
di Redazione
Da un giorno all’altro sono spuntate sul confine con Gaza alcune torri militari mobili provviste di videocamere e altri dispositivi di ricognizione e sorveglianza. Sono torri alte più di 20 metri e sono messe a disposizione dell’Intelligence interna di Israele, lo Shin Bet.
Negli ultimi mesi Israele aveva fatto uso di torri simili nell’area di confine di Gerusalemme per estendere la sua azione di spionaggio e rispondere al movimento dei palestinesi con metodi repressivi e omicida.
A Gaza la prima torre è stata piazzata ad est di Wadi Gaza, al confine col campo di Al-Bureji, la seconda presso Nahal Oz, ad est della città di Gaza. Si tratta di punti di confine sui quali l’azione militare sionista in passato ha subito duri colpi. Secondo esperti militari palestinesi si tratta di una decisione derivante dal fallimento dell’Iron Dome nelle tre guerre contro Gaza come anche in Libano nel 2006. Batterie Iron Dome sono state installate presso colonie al confine con Gaza come a Sderot. La finalità sarebbe quella di volgere in direzione di Gaza e non si esclude che possano essere utilizzate per intercettare i movimenti sul fronte del sud del Libano. Il sistema radar di Israele potrebbe non essere più in grado di rilevare i proiettili d’artiglieria e pertanto Tel Aviv sta ricorrendo a nuove modalità che finora servono unicamente a fomentare il fronte interno.
Uomini della resistenza di Gaza che hanno notato i movimenti del personale militare e d’Intelligence israeliani sulle torri sono certi che si tratta di manovre per esercitare il controllo sulla loro presenza all’interno del confine di Gaza. Il confine orientale della Striscia di Gaza, dove vi è un’elevata presenza militare sionista, è il punto sul quale la resistenza palestinese investe maggiormente nella raccolta d’informazioni attraverso l’osservazione dei movimenti dei militari israeliani.
Il recente coinvolgimento decisamente attivo di Israele nella campagna elettorale statunitense viene motivato proprio con la concessione di Obama di un sistema raffinato di rilevazione e di correzione o deviazione della traiettoria balistica.