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G20 Salute, tante chiacchiere e pochi fatti

G20 – La pandemia da Covid-19 ha segnato indubbiamente uno spartiacque della quale bisognerà tenere conto nel prossimo futuro. L’epidemie ci sono sempre state ma il fatto che il mondo attuale sia fortemente globalizzato, con un’informazione velocissima e ferocissima ha impresso un marchio indelebile a quanto successo un anno e mezzo fa.

L’ecologia, il riscaldamento globale dovrebbero essere argomenti all’ordine del giorno, iniziare ad elaborare uno stile di vita alternativo agli allevamenti intensivi al disboscamento delle foreste, allo scioglimento dei ghiacciai. Sarebbe un passo avanti per evitare epidemie ancora peggiori di quella in corso, ma per fare ciò occorre una visione politica, un progetto da mettere in atto subito.

Un successo per Draghi

Quello che si è discusso al G20 della salute a Roma è stato definito un “successo” dal premier italiano Mario Draghi, padrone di casa dell’incontro. Sono state stilate cinque pagine di programma dove si elencano 16 dichiarazioni di intenti ma di concretezza, dal Summit Globale sulla Salute se n’è vista poca.

Belle parole, intenzioni tante anche perché chi non sarebbe d’accordo alla diminuzione dell’inquinamento? Chi non sarebbe d’accordo nel potenziare la sanità? Nel documento si promuove “il sostegno e il potenziamento dell’architettura sanitaria multilaterale” e la “promozione del sistema del commercio multilaterale”. Inoltre, si sostiene l’intenzione di “attivare un processo equo, sostenibile, tempestivo e globale di strumenti di prevenzione, rivelamento e di risposta di alta qualità” promettendo di “supportare i Paesi a basso e medio reddito nella costituzione di competenze e capacità produttive locali”.

Cosa c’è di concreto? Nulla. Solo parole e intenzioni non meglio databili così come non è emersa una posizione comune sulla moratoria sui brevetti dei vaccini, argomento che ha creato ampie spaccature. Usa, Cina e Francia sono favorevoli ad interrompere “momentaneamente” i brevetti, accanto a loro con molta timidezza si è schierato anche Mario Draghi affermando che l’Italia non preclude nessuna strategia, anzi, approva questa idea della “sospensione momentanea” dei brevetti” senza che si mettano a repentaglio le case farmaceutiche. Insomma, il classico colpo al cerchio e colpo alla botte.

G20 e le diverse posizioni

Per la Ursula von der Leyen però le cose stanno diversamente visto che la presidente della commissione europea abbraccia la strategia della Germania e della Merkel che è quella di un aumento delle dosi vaccinali attraverso le “licenze volontarie”, ossia con accordi tra aziende seguendo le regole del mercato. All’Organizzazione Mondiale del Commercio all’inizio di giugno, Von der Leyen intende presentare una proposta europea che non tocchi le regole. “La nostra proposta lavora su tre assi” ha detto in conferenza stampa. Facilitazioni al commercio e regole sulle esportazioni, supporto per la produzione, facilitazioni per le licenze obbligatorie, cioè deroghe ai brevetti decise da singoli paesi secondo le clausole già previste dal Wto.

Ma le licenze obbligatorie, secondo India e Sudafrica, sono inapplicabili perché richiedono procedure lunghe e complicate. Dalla loro istituzione sono state usate solo una volta, dal Ruanda nel 2007 per importare farmaci anti-Hiv dal Canada. E quella volta ci sono voluti due anni. Di sostanza quindi ce n’è poca e gli unici impegni sono arrivati dai singoli Stati e dalle singole aziende. Ma se venti nazioni si siedono ad un tavolo lo fanno per trovare soluzioni e non per raccogliere donazioni, perché alla fine è questo che è successo creando nei fatti molte aspettative ma nella realtà una cocente delusione.

Sembra uno spettacolo già visto vent’anni fa quando si parlava di Aids, quando dinnanzi alla richiesta di superare i brevetti si diede vita al “Fondo Globale per l’Aids” che funziona come Covax: una collaborazione globale che comprende i paesi più poveri del mondo, atta ad accelerare la produzione e l’accesso a test diagnostici, terapie e vaccini contro il Covid-19.

di Sebastiano Lo Monaco

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