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Texas, migranti inseguiti e frustati

Texas – Sui social sta girando un video che sembra uscito da un vecchio film western dove cowboy a cavallo e con delle fruste danno la caccia a gente disperata che tenta di raggiungere “il sogno americano”. Eppure, quello che si vede non fa parte di un film, ma è lo spaccato reale di una parte degli Stati Uniti che l’Occidente fa finta di non vedere, che ignora per dare spazio a tutt’altra narrazione. 

I cowboy a cavallo non sono attori ma agenti della polizia di frontiera che cercano di fermare i migranti che cercano di mettere piede negli Stati Uniti. Le immagini sono eloquenti e non avrebbero bisogno di commenti, ma quello che sta accadendo nello Stato della “stella solitaria” è increscioso tanto che anche Biden si è detto “disgustato”. 

Texas, il sogno americano di tanti disperati

Chi scappa non è una comparsa ma gente in cerca di un futuro per sé e per i propri figli. Si tratta per la maggioranza di haitiani che tentano di attraversare il Rio Grande, in Texas. Se riuscissero a mettere piede negli Usa, questa gente non ruberebbe il “sogno americano” a nessuno perché diverrebbe mano d’opera a basso costo in catene di supermercati, McDonald e quant’altro, andando a ricoprire quei ruoli di paraschiavismo.

Video e foto testimoniano la rabbia e l’aggressività nei volti degli agenti di frontiera che frustano i migranti, scagliandosi a tutta velocità con i cavalli contro gente inerme, affamata e stanca. Haiti è una nazione in preda alle problematiche più disparate, dal devastante terremoto che ha fatto più di duemila vittime, lasciandone molte senza casa, all’uccisione del presidente Jovenel Moise.

Biden che si è detto “disgustato” sta invece portando avanti la deportazione degli haitiani nel loro Paese di origine e le immagini dei Board Patrol che danno la caccia ai migranti si inseriscono proprio all’interno di questa politica. I migranti vengono radunati sotto il sole cocente, vengono imbarcati su dei voli, ne partono otto al giorno e rimpatriati nella nazione caraibica. Il tutto, fregandosene del motto che vorrebbe gli Stati Uniti la patria che accoglie le masse di disperati, i poveri e i senza tetto.

di Sebastiano Lo Monaco

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