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Sardine, “ribelli” al servizio del Sistema

113 piazze italiane riempite dalle “Sardine”. Bravi ragazzi che marinano la scuola il venerdì per ritrovarsi in piazza a salvare l’umanità dall’estinzione. Un empireo di ragazzi, magari analfabeti funzionali, ma compattamente e irriducibilmente anti gas-serra, antirazzisti, antipopulisti, antiomofobi, antisovranisti, implicitamente anti-Lega e anti-Cinquestelle. Potevano mancare i soliti chierichetti a fianco degli scontati incensatori delle Sardine (Formigli, Fazio, Floris, Gruber) che all’interno delle nostre case bucano gli schermi imbonendo?

“Le Sardine sono quello che sono” per Fausto Bertinotti che commenta la piazza romana delle Sardine: “Nessuno rappresenta quelle persone a differenza di tutte le altre manifestazioni convocate da un leader politico forte questa è una piazza autoconvocata”. Per Il Manifesto: “Le sardine non esistono. Non sono mai esistite, sono persone che riempiono spazi con le loro idee e che vedono un nemico, il pensiero semplificato populista”.

Festa delle Sardine che riempiono le piazze: il solito trucco

È la frode classica osservata in tante Primavere arabe. Si fa appello ai buoni sentimenti di brave persone con valide ragioni per rivendicare qualcosa, ragioni che, a corto di perfezione umana, non mancano mai in nessuna società. Si forniscono ricchi e avanzati strumenti di comunicazione, rifornimenti, logistica, attrezzature, pubblicistica. E insieme a tutto questo, i preparati e addestrati esperti nell’utilizzare i buoni sentimenti per azioni che servono solo ai manovratori in alto. Una normale protesta politica, o sociale, o ambientale, o giuridica, viene pompata fino a mettere in discussione l’intero “regime”.

I capibranco

Mattia Santori, subcomandante bolognese, nel 2014 si entusiasmò per lo Sblocca Italia di Renzi, culmine di ogni devastazione ambientale, più trivelle nella martoriata Basilicata e dappertutto, inceneritori e impianti energetici a gogò. Chi le contrasta è un disertore. Nel 2016 sostenne il sabotaggio del referendum contro le trivelle che squarciano Italia e Adriatico e a manetta per Tap e Grandi Opere. Un vero eroe della devastazione ambientale al servizio dei Potenti. Non per nulla impazza in Tv su onde di banalità sloganiste e vuoti politici e “il Manifesto” gli ha lubrificato un’intervista degna di Rockefeller-Exxon, o George Soros, secondo il giornalista Fulvio Grimaldi.

I fondatori delle “Sardine” toscane hanno proclamato in primo luogo e come caposaldo politico: “Non siamo contro il Sistema”, sono dunque quello che Giuliano Ferrara definisce un movimento spontaneo di fiancheggiamento dell’establishment, aggiungiamo noi con il Deep State, l’élite, l’Ue, la Nato, la Green New Economy integrata dal catastrofismo ambientale, con l’annullamento delle identità e lo sradicamento dei popoli. Non sono contro il Sistema, ma sono virulentemente contro i fuori dal Sistema. A parolacce contro quello finto, Salvini; in effetti contro quelli veri, tutti indistintamente gettati nel secchio del populismo e del sovranismo.

Tra “ponti ideali” e caratterizzazione politica

“Spontanee” come i manifestanti di Hong Kong a cui gettano un “ponte ideale” che cantano l’inno nazionale britannico e sventolano bandiere Uk, mentre non gettano alcun ponte ideale tra loro e chi manifesta in Bolivia contro il golpe filo-Usa, in Cile contro il campo di concentramento neo-liberista messo in piedi dai tempi di Pinochet con l’ausilio dei Chicago boys.

C’è chi come Fulvio Grimaldi la chiama rivolta dei padroni quella messa in atto dal movimento delle sardine, c’è chi , come l’avv. Carlo Taormina la spara grossa: “Per me le Sardine sono un movimento che replica le varie articolazioni comuniste che hanno generato le Brigate Rosse”. Quale migliore evoluzione che quella in cui tutta la migliore gioventù, Greta e i suoi FridaRossey For Future, Extinction Rebellion con nel logo la clessidra a segnare la fine del mondo si riuniscano nelle Sardine a gettare ponti ideali ai fratelli di Hong Kong tutti zitti su liberalismo, imperialismo e guerre?

Il fondatore di XR, Roger Hallam, colloca il suo movimento nella tradizione di Ghandi e Luther King, afferma il giornalista Fulvio Grimaldi. Però calcola la rivoluzione, le sue vittime, i suoi arrestati, con un algoritmo. In un convegno dell’affine “Amnesty International”, ha proclamato, con toni che ci fanno capire da dove viene il linguaggio delle Sardine: “Costringeremo il governo ad agire. E se non lo farà, lo abbatteremo e creeremo una democrazia adatta allo scopo. E, sì, alcuni potrebbero morire nel processo”. In un video Hallam raccomanda di farsi dare “i soldi dai capitalisti, che abbiamo riempito di ansia per il cambiamento climatico”. E dunque chi trovi, ansioso o no, tra i bancomat di XR? Oltre Soros, con Bill Gates e Ted Turner nella Global Business Association (una sorta di Confindustria mondiale), la catena di abbigliamento C&A, la famiglia Kennedy, la famiglia Buffett, la famiglia Rockefeller, il neocandidato miliardario Bloomberg e tanti altri.

Insomma, XR è il pupetto nato dall’impegno della necrocratica créme de la crème imperialcapitalista mondiale. Gli attivisti di XR sono quasi tutti “volontari” pagati fino a 450 euro la settimana. Si riempie un modulo in cui si illustrano i propri bisogni vitali e si chiede il Vle, Volunteer Living Expense che dà diritto al “rimborso”. Non stupisce che le piazze di XR siano affollate. Del resto, chi ci salva dall’estinzione non merita questo modesto guiderdone?

Di Cristina Amoroso

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