Tensione lungo il confine tra Israele e Libano, Tel Aviv teme la vendetta di Hezbollah
di Giovanni Sorbello
Una grande tensione si sta vivendo in questi giorni lungo il confine tra Libano ed Israele in seguito all’assassinio del leader della Resistenza libanese Samir al-Quntar, nel corso di un raid missilistico israeliano contro un edificio residenziale a Jaramana, nella periferia della capitale siriana di Damasco.
L’esercito di Tel Aviv ha ordinato alle sue truppe schierate sul confine israelo-libanese di indossare caschi e giubbotti antiproiettili per proteggersi da eventuali spari. Agli agricoltori è stato consigliato di limitare la loro attività nei pressi del confine con il Libano e sono state istituite ulteriori misure supplementari nella zona, nel timore di rappresaglie.
Il Segretario Generale di Hezbollah Sua Eminenza Sayyed Hassan Nasrallah ha dichiarato giorni fa nel corso di un suo intervento Tv che: “Hezbollah risponderà all’assassinio di Samir Quntar nel momento, nel luogo e nel modo che riterrà opportuno”.
Samir al-Quntar ha trascorso 29 anni nelle carceri israeliane per aver preso parte nel 1979 ad un’operazione militare contro la città israeliana di Nahariya. E’ stato rilasciato nel 2008 insieme ad altri prigionieri libanesi, in cambio della restituzione dei corpi di due soldati israeliani rapiti da Hezbollah nel 2006.
Dopo il suo rilascio, Quntar ha ripreso le sue attività facendo fede al suo antico e famoso motto: “Sono tornato dalla Palestina solo per tornare in Palestina”.