Medio Oriente

Talebani incontrano figlio del “Leone del Panjshir”

Il ministro degli Esteri dei talebani, Amir Khan Muttaqi, ha dichiarato la scorsa settimana di aver tenuto colloqui in Iran con Ahmad Massoud, figlio del defunto leggendario leader della Resistenza afghana, Ahmad Shah Massoud, e di aver garantito la sua sicurezza se fosse tornato a casa.

Le forze di Massoud nella valle del Panjshir hanno attuato l’ultima resistenza a settembre contro l’avanzata dei talebani, settimane dopo la capitolazione delle truppe governative. In un video pubblicato dai media statali su Twitter, il ministro degli Esteri Amir Khan Muttaqi ha affermato di aver incontrato anche Ismail Khan, un signore della guerra della provincia di Herat che si è arreso ai talebani e ha lasciato il Paese.

I talebani avevano annunciato la partenza di Muttaqi per Teheran per colloqui con funzionari iraniani, ma non hanno menzionato alcun piano per incontrare i leader esiliati. “Abbiamo incontrato il comandante Ismail Khan e Ahmad Massoud, e altri afgani in Iran, e abbiamo assicurato loro che chiunque può ritornare in Afghanistan e vivere senza alcuna preoccupazione”, ha detto Muttaqi.

La valle del Panjshir è famosa per essere stata il luogo della resistenza alle forze sovietiche negli anni ’80 e ai talebani alla fine degli anni ’90, durante il loro primo periodo al potere.

La sua figura più venerata è Ahmad Shah Massoud, noto come il “Leone del Panjshir“, assassinato nel 2001 dai mercenari Usa di Al-Qaeda due giorni prima degli attacchi dell’11 settembre. Da allora suo figlio ha preso il posto del padre, seppur con alterne fortune.

Talebani promettono un’amnistia generale a tutti gli oppositori

Il Fronte di Resistenza Nazionale guidato da Massoud ha ripetutamente definito il governo dei talebani “illegittimo”.

L’ex presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani è fuggito dal Paese con molti alti funzionari mentre i talebani si avvicinavano a Kabul, ma molti altri leader di spicco sono rimasti, incluso l’ex capo di stato Hamid Karzai. I talebani hanno promesso un’amnistia generale a tutti gli oppositori e critici, ma le organizzazioni per i diritti umani affermano che da allora almeno cento persone associate al precedente regime sono state uccise.

di Redazione

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