Medio Oriente

Talebani si confermano una “creatura” Usa

L’accordo di pace tra Stati Uniti e Talebani, firmato il 29 febbraio, è stato dipinto dai media occidentali come una tabella di marcia impostata per far uscire l’Afghanistan dalla ventennale crisi tra il governo centrale e i gruppi “ribelli”. Anche se, gli esperti hanno previsto ostacoli prima della sua attuazione, l’accordo è stato definito dai diplomatici americani un punto di svolta e un accordo di pace storico.

Mentre le due parti discutono ancora su come adottare l’accordo di Doha e il ritiro delle truppe americane dal Paese dell’Asia centrale entro 14 mesi come concordato, il presidente Donald Trump nei suoi ultimi commenti sull’accordo ha affermato che i talebani potrebbero occupare il governo afgano appoggiato dagli Stati Uniti dopo il ritiro delle truppe straniere dal Paese. Questi commenti sollevano alcune domande: perché Trump ha fatto tali dichiarazioni? La sua amministrazione intende pugnalare alle spalle il governo di Kabul? Per rispondere a queste domande, la politica globale degli Stati Uniti in Afghanistan e la strategia dei talebani verso Washington dovrebbero essere portate al centro dell’attenzione.

Possibile accordo segreto Usa-Talebani per trasferire il potere

Ciò che è stato pubblicizzato dell’accordo Washington-Talebani non sono sicuramente i termini dell’accordo. Molto probabile che le due parti abbiano stretto un accordo segreto. In effetti, i punti di vista e gli interessi delle due parti sono in un modo che sembra abbastanza improbabile che gli Stati Uniti e i talebani siano soddisfatti dei termini dell’accordo dichiarato. Il fatto che i militanti talebani abbiano concordato con il rappresentante degli Stati Uniti Zalmay Khalilzad di fermare i loro attacchi dimostra che gli americani hanno dato loro privilegi speciali.

Il possibile scenario è un accordo sul quale i talebani hanno concordato di consentire agli Stati Uniti di avere due basi militari nel Paese. In cambio, Washington rimarrà fuori da una potenziale lotta di potere tra i talebani e il governo centrale di Kabul. Inoltre, se Washington accetta di non immischiarsi negli affari interni afgani, i possibili colloqui intra-afgani incorporeranno i talebani nel potere di Kabul. Nei passi successivi, il gruppo “ribelle” potrebbe impadronirsi del potere e formare il suo governo. Dopotutto, ora i talebani dominano una vasta porzione del Paese. Sembra che gli americani siano convinti di non avere problemi con un governo guidato dai talebani in Afghanistan. 

Califfato del Khurasan e pressioni dei rivali internazionali 

In sostanza, i talebani e i gruppi salafiti attivi in Afghanistan sono stati creati e nutriti sotto la supervisione e il sostegno degli americani. Alla fine degli anni ’70, gli Stati Uniti organizzarono le forze “islamiste” per combattere il governo comunista che era al potere in Afghanistan. In risposta, con un ordine di Leonid Breznev, l’Armata Rossa Sovietica fu spedita in Afghanistan e vi rimase fino al 1989.

A quel tempo, gli Stati Uniti armarono ed equipaggiarono i gruppi “islamisti” che combattevano le truppe sovietiche al fine di prevenire il comunismo nel Paese. Ma dopo il crollo del dominio sovietico nel 1991 e l’ascesa dei talebani in Afghanistan all’inizio degli anni 2000, l’amicizia tra Stati Uniti e talebani si trasformò presto in inimicizia.

Nel 2001, gli Stati Uniti hanno invaso l’Afghanistan e rovesciato il governo “islamista” a Kabul. Ne conseguì un governo sotto il supporto americano. Ma la politica di Washington in Afghanistan ha iniziato ad affrontare nuove realtà. Le frequenti sconfitte nella guerra contro i talebani e le proteste pubbliche negli Stati Uniti contro la permanenza delle truppe e gli alti costi della guerra sembrano forzare un cambiamento nella politica della Casa Bianca nel trattare con i gruppi “islamisti” in Afghanistan.

Talebani al centro del gioco Usa

Per essere più chiari, ora che gli Stati Uniti hanno consacrato il fallimento nel programma di divisione della Siria e dell’Iraq sostenendo l’Isis e altre forze terroristiche per stabilire uno “Stato islamico” nei due Paesi arabi, intende formare il cosiddetto Stato islamico nel Khurasan.

Dal 2018, gli Stati Uniti hanno trasferito i comandanti e i combattenti dell’Isis dalla Siria e dall’Iraq all’Afghanistan a causa delle gravi perdite del gruppo terroristico nei due Paesi. Il cosiddetto Stato del Khurasan inizia dal Caucaso, principalmente regioni a maggioranza musulmana della Cecenia e del Daghestan e raggiunge la provincia cinese dello Xinjiang, l’Afghanistan, il Pakistan, il Bangladesh, l’India e parti dell’Iran. Attraverso un accordo o un compromesso, gli Stati Uniti cercano di districarsi come bersaglio dell’inimicizia dei gruppi islamici sunniti e allo stesso tempo tacere nei confronti dei rivali. L’obiettivo principale è creare minacce all’ambiente di sicurezza di Russia, Cina e Iran come sfidanti globali dell’egemonia americana. Lo Stato del Khurasan è un problema che in caso di realizzazione può rappresentare una grave minaccia per la Russia, la Cina e persino l’India.

di Yahya Sorbello

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