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Usa. Raduno nazionale “Tear down the walls”

di Cristina Amoroso

Nella  Berlino divisa da un  muro il presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy nel 1963 affermava a gran voce tra l’entusiasmo dei berlinesi che: “Da uomo libero sono fiero di dire: sono anch’io un berlinese” condividendo la vergogna della barriera di separazione.

Dirà Barack Obama di fronte al muro di Tijuana “Da uomo libero sono fiero di dire: sono anch’io un messicano”?  

Gli americani  lo definiscono barriera di sicurezza lungo la frontiera al confine tra Usa e Messico,  per i messicani è  il muro della vergogna che hanno decorato con bare colorate, croci e fiori ad indicare gli indocumentados morti .

Una lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri, che si snoda per chilometri lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego. Illuminazione ad altissima intensità, una rete di sensori elettronici e strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente effettuato con veicoli ed elicotteri armati. Altri tratti di barriera si trovano in Arizona, Nuovo Messico e Texas.

Il confine tra Stati Uniti d’America e Messico, lungo 3.140 km, attraversa territori di diversa conformazione, aree urbane e deserti. La barriera è situata nelle sezioni urbane del confine, le aree che, in passato, hanno visto il maggior numero di attraversamenti clandestini. Il risultato immediato della costruzione della barriera è stato un numero sempre crescente di persone che hanno cercato di varcare illegalmente il confine, attraverso il deserto di Sonora, o valicando il monte Baboquivari, in Arizona. Questi migranti hanno dovuto percorrere circa 80 km di territorio inospitale prima di raggiungere la prima strada, nella riserva indiana Tohono O’odham. Quanti di loro sono morti?

Gli Stati Uniti hanno comunque bisogno di manodopera, che siano braceros tarjetas verdes o anche indocumentados sottopagati, e il Congresso statunitense ritornato l’8 settembre dalla pausa estiva, tra i tanti problemi che si troverà ad affrontare nei prossimi giorni ci sarà anche la nuova legge sull’immigrazione, riforma già approvata dal Senato nella serata di giovedì 27 giugno, il più significativo cambiamento normativo sul tema negli ultimi decenni.

La riforma approvata dal Senato con sostegno bipartisan prevede due cose fondamentali, una che piace alla destra e una che piace alla sinistra. Quella che piace alla destra, e la sinistra tollererà, è il rafforzamento militare del confine tra Stati Uniti e Messico: saranno schierati 20.000 soldati e saranno costruite recinzioni per oltre 1000 chilometri, per un costo complessivo di 40 miliardi di dollari. Quella che piace alla sinistra, e la destra tollererà, è una specie di sanatoria: gli 11 milioni di immigrati irregolari negli Stati Uniti potranno ottenere la cittadinanza attraverso un processo graduale. È una norma che sta molto a cuore agli statunitensi di origini latinoamericane, che molto spesso hanno parenti o amici privi di documenti.

In vista della discussione al Congresso gli attivisti dei movimenti per i diritti umani si stanno preparando ad un raduno nazionale a Tucson in Arizona per i giorni 1, 2, e 3 novembre in concomitanza con il giorno dei morti, quando a Tucson si svolge la famosa All Souls Procession che attira regolarmente 20.000 partecipanti ed è una combinazione unica di solenne processione e Martedì Grasso.

Il Promo del  raduno “Tear down the walls” è su Vimeo (http://vimeo.com/73162470):

“Unire insieme una moltitudine di attivisti provenienti da tutto il Paese nei giorni 1-2-3 di Novembre per abbattere i muri di oppressione. Tutti noi abbiamo molti muri che stiamo lavorando per abbattere: Wall Street, il confine degli Stati Uniti e le pareti israeliane di apartheid, i muri del militarismo del Pentagono, i muri del capitalismo, i muri di oppressione di razza, sesso, etnia, identità personale – l’elenco potrebbe continuare. Tra questi ci sono i muri che indeboliscono i nostri sforzi, i muri tra i nostri movimenti separati. Raduno nazionale “Tear down the walls” a Tucson, AZ, 1-3 novembre porterà più strategie e network  su come costruire un’Europa più unita, un potente movimento per il cambiamento radicale negli Stati Uniti. Questo sarà il più grande raduno di coloro che lavorano per la giustizia sociale ed economica negli Stati Uniti nel 2013. Non vogliate  perdere l’occasione di farne  parte!”

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