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Yemen, i numeri del disastro militare saudita

Per l’Arabia Saudita l’aggressione militare contro lo Yemen sta divenendo sempre più insostenibile per il crescente costo delle operazioni e per il prezzo politico divenuto proibitivo. Riyadh, ovvero Mohammed bin Salman, l’attuale principe ereditario saudita e ministro della Difesa, nel marzo del 2015 aveva lanciato l’operazione per affermare la propria egemonia nell’area; il disastroso esito dell’operazione sta erodendo rapidamente credibilità e peso politico della corona saudita.

L’aggressione militare di Riyadh ha gravemente danneggiato le infrastrutture dello Yemen, oltre ad aver causato la morte di oltre 13mila persone. Il fallimento della campagna militare saudita ha numeri devastanti. Dozzine di aerei militari della coalizione guidata dai sauditi, oltre a centinaia di carri armati e veicoli corazzati, sono stati distrutti dall’eroica Resistenza yemenita condotta dal movimento Ansarullah.

L’esercito yemenita, in una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana, ha annunciato che 39 aerei e più di 1200 tra carri armati e veicoli blindati sono stati distrutti da quando il regime saudita e i suoi alleati hanno lanciato più di due anni e mezzo fa una guerra devastante sul Paese.

L’Arabia Saudita e i suoi alleati regionali hanno perso anche una dozzina di elicotteri d’attacco Apache Boeing AH-64, cinque aerei McDonnell Douglas F-15 Eagle e F-16 Fighting Falcon oltre a più di 20 aerei da ricognizione. La dichiarazione ha aggiunto che dieci navi da guerra, e diverse cannoniere sono state distrutte dalla Resistenza Yemenita. Anche i soldati dell’esercito yemenita e i combattenti dei comitati popolari hanno preso di mira e distrutto centinaia di centri di comando e avamposti di confine nelle regioni saudite sud-occidentali di Najran, Jizan e Assir.

La dichiarazione ha inoltre rilevato che la guerra a guida saudita contro lo Yemen ha subito enormi perdite fiscali da parte del regime di Riyadh e sui suoi alleati. I fondi sovrani nell’alleanza militare guidata dai sauditi hanno tirato fuori i soldi dai gestori patrimoniali a un tasso più veloce mai registrato per finanziare l’aggressione contro lo Yemen e coprire le spese per armamenti.

Inoltre, la guerra contro lo Yemen ha comportato un deficit di bilancio del 15% del prodotto interno lordo per l’Arabia Saudita, e ha ridotto il volume delle riserve di capitale da 737 miliardi a 437 miliardi di dollari. Anche il volume delle spese militari dell’Arabia Saudita è aumentato costantemente fino a superare gli 81 miliardi di dollari, rendendo il regno ricco di petrolio il terzo più grande spender militare al mondo dopo gli Stati Uniti e la Cina.

di Giovanni Sorbello

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