Cronaca

Bitcoin: valori a picco e stop al trading in Cina e Corea del Sud

Bitcoin e criptovalute stanno vivendo un crollo verticale dei valori ed anche la Cina, dopo la Corea del Sud, sta studiando un blocco ai siti e alle app che fungono da piattaforme per il trading.

Quello che era stato indicato come il fenomeno economico del momento, capace, a detta di molti analisti del settore, di rivoluzionare i mercati e la finanza mondiale, sta attraversando un momento difficile dopo un’ascesa che ha fatto gridare al miracolo.

Le misure antispeculazione intraprese da Corea del Sud e Cina, hanno come obiettivo principale l’inibizione agli investitori dell’accesso domestico alle piattaforme offshore che permettono scambi centralizzati. Ciò ha di fatto creato un crollo dei valori delle cripto valute: Bitcoin, la più famosa tra le criptovalute, scende sotto la soglia dei 12mila dollari perdendo in un mese circa il 40% del proprio valore, così come Ethereum (-20%) e Ripple (-26%).

Ciò nonostante gli scambi continuano ad avvenire attraverso canali alternativi e pubblicità, spam e telefonate martellanti da call center di società di oscura provenienza, continuano a far abboccare migliaia di temerari, abbagliati dalla prospettiva di facili guadagni in tempi brevissimi. Il pericolo di truffa è dietro l’angolo e, allo stato attuale, nessuna autorità sembra essersi mobilitata per scongiurarlo.

Non si è ben compreso se si tratti di valuta o di prodotto finanziario, anche se quest’ultima ipotesi dovrebbe essere esclusa, in quanto non si è in presenza di un produttore unico. Ciò che è certo è che si tratta di un mezzo di scambio tra soggetti.

Neanche chi è così desideroso di investire sembra sapere di cosa si tratti esattamente, ma nel dubbio e nell’assenza di regolamentazione e tutela istituzionale, tutti sembrano essere presi dall’euforia di una possibile rivoluzione di un sistema asfittico come quello bancario tradizionale.

In Italia, Consob, che dovrebbe vigilare su cosa viene propinato sul mercato agli investitori italiani, non ha per adesso preso nessuna iniziativa e sicuramente questa inerzia rischia di creare danni finanziari rilevanti e di favorire il proliferare di imbonitori, ciarlatani e venditori di specchietti per le allodole.

Per molti investitori è ancora un gioco, per altri un azzardo, molti altri hanno preso la faccenda molto sul serio e c’è chi è arrivato ad ammettere la propria “addiction” (dipendenza), mettendo a repentaglio la propria stabilità personale e familiare. Del resto navigare tra squali e pirati non è faccenda da uomo comune e, senza il faro di una qualche autorità a vigilare e segnare la rotta, in questo mare oscuro e non più tanto virtuale rischieranno di affondarci in molti.

di Massimo Caruso

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