Medio Oriente

Iran: militarizzare Golfo Persico non giova a nessuno

L’Iran ha messo in guardia contro qualsiasi avventurismo statunitense volto a militarizzare il Golfo Persico, affermando che tali mosse non sarebbero nell’interesse di nessun Paese, sia nella regione che altrove nel mondo. 

“Non riteniamo che la militarizzazione della regione del Golfo Persico sia nell’interesse di nessun Paese della regione e del mondo”, ha dichiarato la scorsa settimana Ali Rabiei, portavoce dell’amministrazione. Ha espresso la speranza che l’America “alla fine rinuncerà alla sua politica interventista e divisiva nei confronti dei Paesi regionali e fermerà l’avventurismo oltre i suoi confini”.

Le osservazioni di Rabiei sono arrivate dopo che la Marina degli Stati Uniti ha annunciato lunedì scorso l’arrivo di un sottomarino a propulsione nucleare nel Golfo Persico in mezzo alle crescenti tensioni tra Teheran e Washington nel primo anniversario dell’assassinio del tenente generale Qassem Soleimani, su ordine diretto del presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump. 

Nella sua dichiarazione, i funzionari della Marina degli Stati Uniti hanno affermato che la Uss Georgia è entrata nello Stretto di Hormuz accompagnata da due navi da guerra americane, rendendolo il primo sottomarino missilistico del suo genere a viaggiare nel Golfo Persico in otto anni.

In risposta al dispiegamento, il contrammiraglio del Segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, Ali Shamkhani, ha affermato che l’aumento delle attività militari da parte delle forze armate statunitensi nella regione dell’Asia occidentale deriva dalla paura di Washington delle conseguenze dei suoi passati atti di terrorismo in questa regione. 

Gli alleati dell’Iran

In risposta a una domanda sulla possibilità che Russia, Cina e Iran stabiliscano una base comune nel Golfo Persico o nel Mar di Oman, il portavoce ha affermato che le relazioni amichevoli dell’Iran con i due Paesi sono al massimo livello e che “non abbiamo limiti all’espansione di questi legami in tutti gli aspetti politici ed economici”.

L’Iran ha ripetutamente affermato che la sicurezza nel Golfo Persico deve essere fornita dagli Stati litoranei della regione. Questo è l’unico modo per raggiungere la fiera di sicurezza per tutti i Paesi e di garantire a lungo termine la pace e la stabilità. 

Cacciare gli Usa dalla Regione fa parte della “dura vendetta” per l’assassinio del massimo comandante iraniano, il tenente generale Qassem Soleimani e il vice capo delle Forze di mobilitazione popolari irachene, Abu Mahdi al-Muhandis.

di Yahya Sorbello

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