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In Siria e in Iraq bambini reclutati dai terroristi dell’Isil

di Cristina Amoroso

Nelle strade di Mosul sono sempre più comuni i bambini armati. Deve essere stato uno spettacolo sorprendente per i clienti di Haj Hamdoun nel centro di Mosul guardare un bambino mascherato entrare nel negozio, fare acquisti, e uscire con una busta di caramelle in mano e una mitragliatrice pesante, grande quasi quanto lui. Questo piccolo soldato era Abdullah, forse il più giovane volontario della città, appartenente al gruppo dei miliziani Takfiri attivi in Iraq e Siria, come riportato dal Dealy Beast.

Questi terroristi hanno reclutato bambini di 10 anni allo scopo di combattere per il cosiddetto Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil ). Abdullah ha seguito le orme di suo fratello maggiore e di suo padre, un membro anziano dei miliziani, uccisi in combattimento tra il gruppo e le forze di sicurezza irachene nel 2013. Altri bambini e adolescenti hanno abbracciato le armi per il gruppo estremista a Mosul. Appena l’Isil è arrivato qui, ha cominciato ad attrarre nuovi aderenti, di età compresa tra 10 e 30 anni, che sono stati attratti dal fascino del potere evidente del gruppo e dall’avventura di aderire ad una banda ben armati.

Anche se le stime variano, il numero di uomini armati dell’Isil non è superiore alle 4mila unità. proprio per questo hanno bisogno di più reclute, sia per controllare i territori che hanno occupato sia per lottare su altri fronti in Iraq.
Anche in Siria si registrano numerosi rapimenti di bambini che vengono sottoposti al “lavaggio del cervello” da parte di terroristi.
Il destino di 133 adolescenti su 159 rapiti a maggio, nella città di Aleppo, rimane incerto. Due dei ragazzi scampati hanno riferito ai media che l’Isil stava costringendo i bambini a subire lezioni di ideologia Takfiri, e che gli estremisti picchiano i bambini che si rifiutano di obbedire alle lezioni.

Nel rapporto pubblicato il 24 giugno, Human Rights Watch ha dichiarato che in Siria, l’Isil ha reclutato bambini principalmente attraverso campagne di scolarizzazione, che comprendeva la formazione militari, dando loro anche mansioni pericolose, comprese le missioni di attacchi suicidi. Nel suo rapporto annuale pubblicato a metà maggio, l’Onu ha affermato che “i bambini che combattono con l’Isil in Siria sono pagati come gli adulti (35.000 lire siriane, circa 200 dollari) e sottoposti a un addestramento armato ed un indottrinamento estremista”.
Il reclutamento e l’utilizzo di bambini soldato sono una delle più pesanti violazioni delle norme che regolano i diritti umani nel mondo, oltre che un’empietà per la morale.

Secondo la definizione dell’Unicef “Un bambino soldato è una persona sotto i 18 anni di età, che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare che sia, a qualsiasi titolo – tra cui i combattenti, i cuochi, facchini, messaggeri e chiunque si accompagni a tali gruppi, diversi dai membri della propria famiglia. La definizione comprende anche le ragazze reclutate per fini sessuali e per matrimoni forzati”.
Nonostante l’approvazione nel 2002 del Protocollo Opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che vieta l’uso dei bambini soldato, protocollo ratificato da ben 253 Paesi, ad oggi sono oltre 250mila i minori, femmine e maschi, rapiti, drogati, schiavizzati per combattere in guerra.

Lo Statuto della Corte penale internazionale, approvato nel 1998, pone come crimine di guerra l’arruolamento di bambini sotto i 15 anni in forze armate nazionali e il loro utilizzo nella partecipazione attiva alle ostilità in conflitti sia internazionali sia interni.
E mentre i bambini soldato restano le prime vittime dei grandi affari sulla guerra e l’Unicef continua a stilare programmi per assistere e aiutare nel reinserimento i bambini soldato in molti paesi, il loro utilizzo è diventato una strategia perversa delle “nuove guerre”, il cui obiettivo è quello di umiliare e annichilire la comunità nemica utilizzando i suoi membri più deboli, con il coinvolgimento dei bambini mandati ad uccidere e a compiere atrocità proprio nelle loro comunità e nelle famiglie d’origine col fine di destabilizzare e sconvolgere tutti gli equilibri tra le generazioni adulte e l’infanzia. In questo sta forse l’orrore più grande delle guerre con i bambini soldato!

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