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La Corte egiziana condanna a morte altri quattro membri dei Fratelli Musulmani

di Manuela Comito

Domenica 7 dicembre un tribunale egiziano ha condannato quattro sostenitori dei Fratelli Musulmani alla pena di morte con l’imputazione di omicidio e violenza. Il caso risale al luglio 2013 e si riferisce agli “attacchi del quartier generale dei Fratelli Musulmani”, secondo quanto riportato da Press Tv. Morsi, primo presidente democraticamente eletto in Egitto, è stato estromesso nel luglio 2013 tramite un colpo di Stato militare guidato da Abdel Fattah el-Sisi, attuale presidente del Paese.

All’epoca esplosero violenti scontri a Il Cairo che culminarono nei disordini presso il quartiere Moqattam, sede storica dei Fratelli Musulmani, dove si nascosero i sostenitori di Morsi lanciando molotov contro gli avversari e uccidendo 12 manifestanti che si erano introdotti nella sede. Il caso è stato deferito al Gran Mufti, massima autorità sunnita in Egitto, tuttavia la sentenza può ancora essere ribaltata. Nel frattempo, il presidente ha deciso di rinviare al 28 febbraio la sentenza su altri 13 membri della Fratellanza, tra cui Mohamed Badei, leader del gruppo, i suoi due vice, Khirate al-Shater e Rashad Bayoumy e Ousamh Yassein che ha servito come ministro della Gioventù durante il regno di Morsi; tutti sono accusati di tentato omicidio, possesso illegale di armi, istigazione alla violenza e all’omicidio contro gli avversari di Morsi.

Allo stesso leader deposto sono state mosse analoghe accuse, a cui vanno aggiunte quelle di spionaggio e oltraggio alla magistratura. Morsi e 35 leader della Fratellanza Musulmana sono attualmente sotto processo con l’accusa di ‘destabilizzazione’ dell’Egitto. L’organizzazione dei Fratelli Musulmani è stata inserita nella lista nera come organizzazione terroristica da parte del nuovo governo egiziano. Sono stati migliaia i sostenitori dei Fratelli Musulmani arrestati in seguito alla deposizione di Morsi e centinaia di essi sono stati sommariamente giustiziati.

Secondo quanto denunciato da varie organizzazioni per i diritti umani, la feroce repressione da parte dell’esercito egiziano contro i sostenitori dei Fratelli Musulmani ha provocato 1400 morti e 22mila arresti, a cui si aggiungono le circa 200 persone giustiziate in seguito a processi di massa. Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha più volte espresso preoccupazione per i metodi usati dalle forze di sicurezza egiziane che spesso ricorrono a una pesante repressione anche di fronte a manifestazioni pacifiche.

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