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Il dialogo è “nemico” del Sistema

Per diversi anni, dopo una giovinezza vivace e intransigente, abbiamo creduto veramente che si potesse e si dovesse promuovere il dialogo con gli avversari politici. Ritenevamo auspicabile il confronto tra idee che fondamentalmente partivano da una origine sociale comune, almeno nelle intenzioni dei loro creatori. Credevamo che il passato furore e la ricerca di “purezza” ideologica fossero peccati giovanili, e che andassero mondati da un più maturo approccio dialettico con chi avevamo detestato e spesso combattuto. Invece avevamo ragione. Non può esserci dialogo con chi è privo delle più elementari virtù umane, quelle che ti permettono di trascorrere ore assieme a chi ha idee opposte alle tue condividendone però l’onestà intellettuale, la leale conduzione di uno “scontro”.

Guardate cosa c’è in giro, loschi figuranti che giocano senza rispettare le regole della dignità umana. Il Gad Lerner che va a Pontida a provocare (peraltro in un ambiente tendenzialmente filosionista). È l’emblema di questo Stato di sbirraglia del pensiero che gioca sporco. Sorridono e ti pugnalano. Tramano giorno e notte per chiuderti la bocca consci che quando ne avranno bisogno il sistema li proteggerà, perché il sistema non vuole essere disturbato. Che Gad Lerner sia un ebreo non è questo il problema, dato che crediamo nel profondo rispetto delle idee e della fede di tutti. Di certo, il fatto che il provocatore piagnucoloso appartenga a quella razza viene abilmente utilizzato per rincarare la dose di indignazione nei confronti delle scontate e comprensibili reazioni di rabbia che le sue odiose performances scatenano.

Il “politicamente corretto” nemico del dialogo

Il “politicamente corretto” è una cosa sporca e vomitevole: si mandano avanti le figure della società che possono suscitare compassione per impedire all’avversario una legittima contestazione. Nei media ci sono sempre le stesse facce, le stesse voci. Gli slogan che incitano ad abbandonare l’odio sono in realtà diktat contro la libera dissidenza di un sistema che portando al governo gli amici delle banche chiude il cerchio. Apprezziamo oggi più che mai, quei pochi avversari che con onestà e una buona dose di coraggio osano sfidare le schiere rabbiose accettando il confronto con chi da tanti anni si batte non per ottenere dei privilegi, ma per ridare forza a idee di giustizia sociale e di rispetto delle leggi naturali. Ma per gli altri solo disprezzo e risate di scherno.

di Franco Nerozzi

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