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Centrale Enel, ennesima tragedia evitabile

La strage nella Centrale Enel di Bargi, in provincia di Bologna, nella rinomata ed efficiente Emilia Romagna, è l’ennesima vicenda che riguarda le “morti bianche”. Ennesime vittime evitabili, ennesimi lavoratori che non torneranno dalle famiglie ed ennesime domande che rimarranno senza risposta. Ad oggi le vittime accertate sono 7, il più giovane 37 anni, il più anziano 68.

Domande senza risposta perché l’Enel si è riserbata di non rispondere. Si è trattato di un alternatore saltato? Uno dei quadri elettrici sostituti? Oppure c’entra l’adeguamento del sistema oleodinamico presente nella sintesi del progetto appeso fuori dai cancelli? Non è dato saperlo. L’unica cosa che l’Enel ha dichiarato è che vi erano dei sistemi di sicurezza in grado di bloccare il movimento del gruppo turbina alternatore. I lavori in corso sarebbero dovuti finire a novembre, siamo ad aprile, un ritardo di sei mesi e l’adeguamento del fine lavoro non è stato esposto, come mai?

Centrale Enel, tra appalti e subappalti

C’è il capitolo contratti, ormai diventato una giungla di aziende che si alternano e che proliferano abbassando al minimo i costi di gestione risparmiando su tutto. “Non esiste una catena dei Subappalti”, dice l’AD di Enel Green Power anche se, una fonte che vuole rimanere anonima afferma che la stessa Enel non ha idea di quali tipi di contratti Voith (il contractor) avesse messo in atto. Un mistero nel mistero. Non sono stati ancora acquisiti i documenti come i contratti tra contractor ed altre aziende, i subappalti appunto, non sono state ancora acquisite le mail e la corrispondenza intercorsa dal settembre 2022, data inizio dei lavori. Come mai? Enel ha comunicato di avere la documentazione che dimostra l’approvazione da parte dei sindacati del pacchetto sicurezza.

Numero massimo operai cinque

Questo risulta nel foglio di cantiere dove vengono annotate tutte le informazioni sull’esecuzione dei lavori alla centrale idroelettrica di Bargi. Si legge: “Numero previsto di imprese e di lavoratori autonomi in cantiere, sette”. Qualcosa non torna, perché i lavoratori impegnati sottoterra erano 15, tutti alle dipendenze delle varie aziende coinvolte, dalla Voith, capo contractor, alla Abb passando per Enel Green Power e alle imprese della filiera subappalto come Engineering Automation. Che tipo di contratti legavano Voith, Siemens Energy e Abb alle aziende in subappalto? Domanda alla qualche la Voith ha preferito non rispondere così come la Siemens Energy che “non desidera partecipare a soddisfare alcuna ipotesi o speculazione. Si tratta di un tragico incidente, i nostri pensieri vanno alle vittime”.

A trincerarsi dietro il silenzio è anche Luca Lenzi, ingegnere incaricato del coordinamento per l’esecuzione dei lavori: “Quanti tecnici e operai potevano stare all’interno della centrale?
Quante ne può ospitare una stanza d’emergenza in caso di pericolo”? Nessuna risposta.

di Sebastiano Lo Monaco

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