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Il terrorismo di Riyadh colpisce anche Sana’a

di Salvo Ardizzone

Ieri, durante la preghiera del venerdì, tre attentatori suicidi si sono fatti esplodere in due moschee frequentate da fedeli sciiti a Sana’a, la capitale dello Yemen, causando circa 150 morti e 351 feriti. Secondo fonti mediche, fra le vittime vi sarebbe al-Muhatwari, un importante religioso Houthi, Iman della moschea di Badr. Un quarto terrorista ha tentato di colpire una moschea di Saada, nel nord del Paese, ma è stato ucciso dal servizio di sicurezza prima di farsi esplodere. Lo riferisce la televisione Al-Masirah, emittente del Movimento Houthi.

Secondo il sito Site Intelligence Group, gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis, secondo il consueto copione che vede quel “marchio” apposto ad ogni massacro.

Gli attacchi simultanei rivolti contro i ribelli Houthi, che da settembre controllano Sana’a, s’inquadrano nel tentativo delle frange terroristiche presenti nel Paese e vicine all’Arabia Saudita, d’impedire al Movimento di realizzare una normalizzazione dopo anni di guerra civile.

A gennaio, il presidente Hadi aveva tentato il tutto per tutto per preservare il suo potere, ma la guardia presidenziale a lui fedele si era rapidamente sbandata dinanzi alla reazione degli Houthi, ed era stato costretto alle dimissioni. Messo agli arresti domiciliari, a febbraio era fuggito ad Aden, nel Sud, dove conta sugli appoggi del suo clan, nel tentativo di rimettersi in gioco.

Giovedì scorso, elementi dell’Esercito fedeli all’antico presidente Saleh, deposto nel 2012 dopo lunghe proteste popolari, hanno attaccato la sua residenza, presso l’aeroporto di Aden, costringendolo ad una nuova fuga e ritirandosi dopo pesanti combattimenti che hanno visto l’intervento di raid aerei.

L’alleanza fra il movimento Houthi e Saleh è solo strumentale e a breve ci potrebbe essere una definitiva emarginazione di tutti i blocchi di potere, legati nella gran parte all’Arabia Saudita e alle altre Monarchie del Golfo, che hanno depredato per decenni un Paese povero e permesso il proliferare di gruppi terroristici.

Le bombe di Sana’a sono il tentativo di Riyadh di dare una risposta sanguinosa alla sconfitta sempre più evidente dei fantocci attraverso cui vuole continuare a mantenere il controllo dello Yemen, tentando di destabilizzare la fragile situazione secondo un copione ripetuto infinite volte.

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