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Bambini Rohingya, tra torture e prostituzione

Secondo una relazione della Bbc, le ragazze nella loro adolescenza che sono fuggite dalle persecuzioni in Myanmar per cercare sicurezza, sono state vittime della prostituzione nei campi profughi Rohingya in Bangladesh. La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sono diffusi tra i rifugiati Rohingya, con donne e bambini che sono le principali vittime del lavoro forzato e dello sfruttamento sessuale. 

Ai bambini viene offerta la possibilità di una vita migliore – una tattica crudele utilizzata dai trafficanti – per avviarli nell’industria del sesso, secondo il rapporto, aggiungendo che sono stati offerti posti di lavoro all’estero e nella capitale Dhaka come cameriere, come personale alberghiero e nelle cucine.

Un team della Bbc insieme alla Fondazione Sentinel, un gruppo no-profit istituito per addestrare e assistere le forze dell’ordine che combattono lo sfruttamento minorile, si è diretto in Bangladesh per indagare sulle reti dietro lo sfruttamento sessuale. Sia online che offline in Bangladesh, una rete di trafficanti, sfruttatori, mediatori e trasportatori continua a fornire donne e bambini per sesso, secondo le indagini.

La crisi Rohingya non ha creato un’industria del sesso in Bangladesh, riferisce il rapporto, aggiungendo tuttavia che ha aumentato l’offerta di donne e bambini, costringendo il prezzo della prostituzione a scendere e mantenendo la domanda più forte che mai. Una ricerca dell’International Organization for Migration (Iom) ha rivelato numerosi casi di sfruttamento e traffico nei campi profughi del Bangladesh, dove i bambini Rohingya sono stati sottoposti a lavori forzati, pestaggi e violenze sessuali.

L’Iom ha scoperto che i bambini rifugiati Rohingya lavorano duramente con paghe bassissime in Bangladesh, subendo percosse, sofferenze e violenze sessuali. Circa 450mila bambini vivono in campi sovraffollati in Bangladesh dopo essere fuggiti alle violenze e alle persecuzioni in Myanmar. Gruppi di soccorso hanno avvertito che predatori sessuali e trafficanti di esseri umani si sono riversati nei campi profughi dei Rohingya sul confine tra Bangladesh e Myanmar, cercando di sfruttare donne e bambini vulnerabili della minoranza musulmana repressa.

La persecuzione dei Rohingya in Myanmar

La minoranza musulmana in Myanmar ha affrontato orribili violenze da parte del regime militare e dei suoi alleati buddisti dalla fine del 2016. I resoconti di omicidi, stupri, amputazioni e linciaggi che stanno accadendo contro i musulmani hanno destato serie preoccupazioni tra la maggior parte dei Paesi del mondo e tra le organizzazioni per i diritti umani. Il Bangladesh, una nazione prevalentemente musulmana, ospita oltre 400mila musulmani Rohingya, di cui circa 73mila appartenenti al recente afflusso da oltre confine.

Sostenuti dal regime del Myanmar, gli estremisti buddisti e militari birmani hanno lanciato una brutale repressione contro la minoranza musulmana nello Stato di Rakhine alla fine del 2016. La campagna si è intensificata ad agosto 2017. Il leader de facto del Myanmar, Aung San Suu Kyi, non ha fatto praticamente nulla per fermare i crimini commessi dai militari contro i Rohingya. La brutale repressione ha costretto quasi 700mila musulmani Rohingya a fuggire nel vicino Bangladesh, dove si trovano comunque ad affrontare un ambiente ostile.

di Giovanni Sorbello

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