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Africa: il silenzioso sterminio degli elefanti

di Salvo Ardizzone

A causa dell’avorio, gli elefanti africani sembrano destinati all’estinzione; lo dice uno studio dell’Accademia nazionale delle Scienze Usa, secondo il quale dal 2010 in poi sono stati uccisi, ogni anno, almeno il 7% degli esemplari della specie, con punte anche più alte. La causa sono le zanne, destinate al sempre più fiorente traffico dell’avorio illegale, diretto essenzialmente al mercato asiatico tramite il crocevia di Hong Kong, centro mondiale del suo commercio. 

La situazione non è dappertutto uguale nel continente; se nelle savane del Sud e dell’Est dell’Africa fra il 2002 e il 2009 s’era riuscito ad instaurare un equilibrio o, in qualche caso, addirittura un aumento della specie, prima delle diminuzioni degli ultimi tempi, nell’Africa centrale sono almeno dieci anni che il numero degli esemplari si contrae. Laggiù il rispetto per gli animali è praticamente da sempre in fondo alle priorità; Ebola è solo l’ultima delle calamità di una regione piagata sistematicamente da guerre, carestie e fame. L’avorio è un canale di finanziamento privilegiato per bande criminali, gruppi terroristici e trafficanti; secondo uno studio della Ong Elephant Action League, per esempio, al-Shabaab contrabbanda fino a tre tonnellate di zanne al mese, e i numerosi altri gruppi armati dell’intero continente non sono da meno, mettendo il contrabbando d’avorio accanto agli altri traffici come quello dei diamanti.  

Ultimamente la comunità internazionale ha cercato di fare qualcosa, e a Hong Kong sono cominciati sequestri significativi, con la distruzione delle zanne illegali; al contempo, i tre maggiori rivenditori della piazza hanno tolto l’avorio dal loro catalogo: sono segnali incoraggianti, certo, ma solo quello. 

La domanda sul mercato asiatico rimane sempre alta, anzi, si incrementa di anno in anno, e in Africa, un continente devastato da guerre e miseria, abbattendo un maschio adulto, un bracconiere può realizzare ciò che per lui è una fortuna. Il fatto è che è l’avidità a spingerli assai più che il bisogno: in una riserva dello Zimbabwe, nell’ottobre scorso (che corrisponde alla stagione secca) i bracconieri hanno avvelenato col cianuro le pozze d’acque dell’abbeverata; sono stati uccisi così oltre 300 elefanti in un colpo solo e con loro migliaia di altri animali in una carneficina mostruosa; anche gli uccelli che provavano a cibarsi delle carcasse sono morti avvelenati in quel carnaio che ha svuotato una regione.

Tutto per una montagnola d’avorio da spedire in Oriente, per gli arricchiti che non intendono rinunciare a quel simbolo di ricchezza; in cambio un bel gruzzolo di dollari, in quel caso investiti in armi, naturalmente non da caccia. L’Africa sarebbe un continente ricchissimo, ma gronda sangue da infinite piaghe troppo spesso inflitte dal suo stesso Popolo.   

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