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Prospettive future nelle relazioni tra Iran e Italia

L’Iran e l’Italia, culle di cultura in Medio Oriente, nel Mediterraneo e in Europa, hanno sempre svolto un ruolo significativo nella promozione della cultura e delle società umane vicine. La fruttuosa interazione delle civiltà iraniana e italiana ha posto le basi nel tempo per una profonda comprensione tra le due nazioni. La lunga storia di interazione culturale ha fatto sì che l’Italia occupi un posto speciale nel cuore degli iraniani. Roma è sempre stata simbolo di bellezza per il popolo d’Iran. La stessa percezione si declina in ambito economico: infatti i beni e i servizi italiani godono di ottima reputazione presso gli iraniani. La positiva accoglienza e l’ottima immagine dell’Italia in Iran si è consolidata attraverso scambi e relazioni profonde, basate sulla fiducia reciproca. Questa tendenza ben conservata e rafforzata dagli iraniani è stata molto visibile nelle relazioni tra i due paesi negli ultimi decenni.

Dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica nel 1979, in un momento in cui le relazioni tra Iran e Unione Europea erano in discussione, l’interazione positiva dell’Italia è stata determinante per facilitare le relazioni dell’Iran con l’Unione. I due paesi hanno caratteristiche culturali e geopolitiche affini che li avvicinano nella comprensione delle dinamiche regionali e internazionali. Questa realtà e l’interazione costruttiva tra i due Paesi, sono riflessi in ambito  sia politico che economico. Anche se nelle relazioni economiche, commerciali e tecniche molto può essere ancora fatto insieme. 

Dopo la firma dell’accordo nucleare nel 2015, le relazioni tra Iran e Italia hanno registrato un’ottima crescita. Il volume delle transazioni è passato da 1,3 miliardi di euro a 5,1 miliardi di euro e l’Italia è diventata il primo partner commerciale dell’Iran. Dopo anni di leadership tedesca nelle relazioni commerciali con l’Iran, l’Italia ha superato la Germania  e le aziende italiane, dopo la firma dell’accordo nucleare, hanno rapidamente ampliato la loro presenza nel mercato iraniano. Non solo le grandi aziende hanno concluso importanti contratti con controparti iraniane, bensì anche piccole e medie imprese hanno individuato in Iran partner affidabili.

Cresce volume d’affari

Il volume dei contratti firmati durante la visita degli allora capi di governo a Roma e Teheran ha superato i 30 miliardi di euro. Con una linea di credito di 5 miliardi di euro approvata dal governo italiano per sostenere lo sviluppo delle attività economiche delle imprese italiane in Iran, si è favorito un vero e proprio salto storico nelle relazioni.

Le relazioni economiche Iran-Italia, nonostante tutti gli sforzi e la buona determinazione delle due parti di ampliare la cooperazione, sono state fortemente influenzate dall’azione unilaterale degli Stati Uniti di imporre sanzioni all’Iran. Oggi, a più di tre anni dal ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA è chiaro che queste sanzioni non solo hanno messo il popolo iraniano in una situazione difficile, ma hanno causato gravi danni a molti dei partner iraniani, soprattutto in Italia. Le aziende italiane sono state vittima di comportamenti arbitrari e contrari alla prassi internazionale.

Questa situazione è continuata mentre negli ultimi due anni la crisi generata dalla pandemia mondiale ha gravemente minacciato la vita delle persone e molte aziende hanno subito perdite significative. In una situazione così difficile, gli Stati Uniti non solo non hanno allentato la pressione delle loro sanzioni, ma hanno anche preso di mira il popolo iraniano e i suoi partner esteri puntando sulla fallimentare politica della “massima pressione”.

Sfortunatamente, il comportamento statunitense non è stato severamente criticato dall’Occidente. Questo tacito consenso dinnanzi alle politiche unilaterali degli Stati Uniti ha reso quel paese più dipendente dall’uso distruttivo delle sanzioni e dai ripetuti abusi nel quadro del sistema finanziario internazionale.

Il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo nucleare e l’imposizione di sanzioni oppressive contro il popolo iraniano, seguite dallo scoppio della pandemia, ha avuto un impatto negativo sull’andamento delle relazioni tra i due Paesi. Il volume delle transazioni commerciali tra i due Paesi nei primi nove mesi del 2021 è sceso a 450 milioni rispetto allo stesso periodo del 2018, più del 650%.

Si nota una significativa diminuzione anche rispetto al 2020. Questa tendenza al ribasso sottolinea una perdita di opportunità di esportazione per i produttori italiani e di conseguenza di una quota di mercato da parte di  queste aziende. Parte di questa quota è stata conquistata da paesi che nelle loro interazioni con l’Iran non sono sottostati alle sanzioni statunitensi.

Danni inflitti dagli Stati Uniti ai Paesi partner economici dell’Iran 

Gli Stati Uniti hanno cercato di far pagare ad altri Paesi il prezzo delle loro politiche sbagliate in ambito internazionale. Gli stessi Stati Uniti si sono ritirati dal JCPOA in violazione di tutte le norme internazionali e delle regole del multilateralismo, e il costo di questa azione è stato sostenuto da altri: aziende europee, in particolare italiane. Dopo il 2016 esse avevano ottenuto non con poco impegno opportunità ideali nel mercato iraniano, ma il loro sforzo è stato vano.

Il mantenimento del JCPOA è stato un risultato importante del multilateralismo, ma paesi influenti, compresi i firmatari europei dell’Accordo, hanno contribuito in modo significativo a minare questo risultato con la loro sostanziale inazione di fronte all’azione distruttiva degli Stati Uniti. Mentre l’Iran ha adempiuto a tutti i suoi obblighi fino a un anno dopo il ritiro illegale degli Stati Uniti dall’Accordo, come confermato da ben 15 rapporti dell’AIEA, i paesi europei non hanno intrapreso alcuna seria azione al riguardo.

Un nuovo approccio alla cooperazione economica con Teheran

Ora, con il progresso dei negoziati in corso a Vienna, nella prospettiva di un ritorno all’Accordo e della sospensione  delle sanzioni illegali contro il popolo iraniano, sembra che possano ricrearsi le condizioni per un maggiore sviluppo delle collaborazioni economiche. Ciò non di meno, la situazione in Iran oggi è significativamente diversa da quella di tre anni fa: una parte del mercato iraniano è stata occupata da competitors occidentali e riconquistare una posizione ideale nel mercato competitivo attuale richiede concorrenza tecnica ed economica. In realtà il mercato iraniano, al di là delle competizioni tra Paesi, ha vissuto un cambiamento sostanziale nell’economia e nell’industria.

Grazie ad una popolazione giovane e qualificata, Università di alto Standard e un livello significativo raggiunto nello sviluppo delle infrastrutture industriali, l’industria iraniana avvalendosi di tecnologia occidentale, soprattutto italiana, ha superato le difficoltà poste dagli USA con le sanzioni mirate a ridurre l’accesso a molti beni industriali e tecnologici e oggi attraverso l’impegno e gli sforzi dei giovani e degli operatori del settore, si è passati da un Paese importatore di beni industriali a Paese con competenze tecniche e capacità produttive autonome.

Anche se le sanzioni hanno creato molte difficoltà alla società civile e messo in pericolo la vita di molti cittadini, l’Iran vive oggi  un grande cambiamento nel settore industriale. Nonostante l’intento degli Stati Uniti di voler mettere in ginocchio la nazione imponendo un’ampia gamma di restrizioni e sanzioni, il Paese ha vissuto un salto industriale, soprattutto nel settore dell’High Tech. Questa realtà, insieme ad altri fattori chiave come la qualità della manodopera, il costo  competitivo dell’energia e delle materie prime e il grande mercato iraniano, ha creato le condizioni per cui la produzione in Iran è ora un’opzione importante per quanti sono interessati alle relazioni economiche con l’Iran.

Comprendere questo aspetto della realtà economica dell’Iran, nonostante i cupi scenari descritti dai media in Occidente, può resettare le scelte delle aziende italiane che guardano con interesse al futuro delle cooperazioni. Le relazioni Iran-Italia sono in una situazione che necessita di maggiore e più attenta sensibilità. Tradizionalmente la storia delle nostre relazioni si è compiuta attraverso una lunga strada, raramente in discesa; la strada delle generazioni future dipende dalle decisioni di oggi.

Sono state raggiunte nuove capacità a cui, volendo sviluppare le relazioni, dovrebbe essere prestata l’attenzione necessaria. Ricordiamo, ad esempio, il grande desiderio degli studenti iraniani di continuare i propri studi in Italia. Attualmente, più di 7mila studenti iraniani stanno studiando in Italia, il che crea un’elevata potenzialità nello sviluppo delle relazioni scientifiche, tecniche, culturali ed economiche.

Una delle aree significative di cooperazione tra i due paesi è la cooperazione su questioni regionali in Medio Oriente, Golfo Persico e Afghanistan. L’Italia ha una posizione e un ruolo speciali in termini di collocazione strategica e possibilità di svolgere un ruolo importante nei processi regionali. Anche l’’Iran ha una posizione e un ruolo determinanti in ​​Medio Oriente e nella regione del Golfo Persico ed è indubbio che l’interazione e la cooperazione tra i due paesi su varie questioni regionali può migliorare il processo di risoluzione delle controversie in queste regioni.

Entrambe le parti concordano sulla necessità di utilizzare politica e diplomazia invece dell’azione militare. L’esperienza dell’Iran nei colloqui con quattro paesi, Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania (E4) a livello di Vice Ministri degli Esteri sullo Yemen, costituisce un esempio affidabile per lo sviluppo della cooperazione regionale. Non c’è dubbio che il successo nel promuovere tale cooperazione per porre fine alle crisi regionali aprirà la strada al dialogo in altri ambiti di collaborazione. 

Hamid Bayat – Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia

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