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Israele non può restare a lungo a Gaza

Gli aerei da guerra israeliani continuano a bombardare a tappeto la martoriata Striscia di Gaza. Nel mezzo di tale situazione, il gabinetto del primo ministro Benjamin Netanyahu sogna una zona cuscinetto a Gaza e l’assassinio dei leader di Hamas e del Jihad Islamico, per atteggiarsi a vincitore e rimanere al potere più a lungo nonostante il fallimento nello sconfiggere Hamas o, almeno, liberare i suoi prigionieri. La nuova escalation da parte di Israele ha offuscato le prospettive di colloqui per un accordo sui prigionieri, sebbene la mediazione internazionale, guidata da Egitto e Qatar, stia ancora lavorando per un nuovo accordo. 

A tal proposito, riportiamo l’intervista effettuata dall’agenzia Alwaght con l’esperto di affari dell’Asia occidentale, Sabah Zangeneh. 

Alwaght: Con la fine del cessate il fuoco, il regime israeliano ha ripreso gli attacchi contro persone e infrastrutture. Crede che questa volta ci sia un cambiamento nella forma degli attacchi israeliani o che proseguiranno come sono iniziati? 

Zangeneh: Il regime israeliano continuerà la guerra come prima e cercherà di infliggere danni maggiori alle infrastrutture di Gaza e di uccidere più persone con attacchi aerei e offensive di terra. Questi attacchi hanno lo scopo di esercitare pressione su Hamas e sui suoi alleati affinché realizzino gli obiettivi che Tel Aviv ha in mente. 

Alwaght: Per quanto riguarda i piani di assassinio, il Wall Street Journal ha recentemente riferito che Netanyahu sta mettendo sul tavolo questa opzione. Riusciranno gli israeliani a colpire i comandanti della Resistenza? Quali sarebbero le conseguenze se Tel Aviv dovesse attuare questo scenario? 

Zangeneh: L’assassinio dipende dalle condizioni della regione e dai comandanti della Resistenza. Dipende da quanto bene riescono a nascondersi dagli occhi del nemico ed evitare di essere tracciati e presi di mira. Quindi, dovrebbero individuare molto bene gli elementi di spionaggio ed essere in movimento per evitare di esporsi al nemico. I gruppi della Resistenza, infatti, dovrebbero includere una condizione nei negoziati con Tel Aviv, ovvero la garanzia della sicurezza dei loro leader. Altrimenti i colloqui per il rilascio dei prigionieri falliranno. 

Alwaght: Insieme ai rinnovati bombardamenti, i funzionari israeliani hanno svelato il piano di Gaza per una “zona cuscinetto” che divide il nord dal sud. Qual è l’obiettivo dietro questo piano e quanto è fattibile? 

Zangeneh: Il regime israeliano cerca di attuare questo progetto per occupare completamente il nord di Gaza o bloccare la possibilità di operazioni della Resistenza in questa zona. Pertanto, si seguirà seriamente l’attuazione di questo piano, ma è impossibile rimanere a Gaza per molto tempo e gli occupanti subiranno maggiori perdite umane e finanziarie.

Alwaght: Quale sarebbe la reazione della comunità internazionale se venisse creata una zona cuscinetto? 

Zangeneh: Le reazioni americane ed europee fanno parte della loro politica dichiarata, ma non pongono ostacoli alla politica israeliana. Tuttavia, semplici colloqui e pressioni dimostrative su Tel Aviv non funzioneranno e non costringeranno Israele ad abbandonare i suoi crimini contro i palestinesi. 

Alwaght: Qual è la sua previsione della guerra? Le forze della Resistenza riserveranno nuove sorprese a Israele nei prossimi giorni? 

Zangeneh: Penso che il conflitto si estenderà alla Cisgiordania e aumenteranno gli attacchi contro i coloni israeliani. A Gaza, i gruppi della Resistenza sono decisi a continuare la battaglia e possono identificare ed eliminare gli agenti israeliani a Gaza e nelle regioni circostanti. Possono anche destabilizzare gli insediamenti intorno a Gaza per spaventare i coloni e liberare i territori occupati. 

di Redazione

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