Asse della Resistenza

Hamas ed Hezbollah discutono sviluppi in Palestina

Una delegazione di spicco del movimento di Resistenza palestinese Hamas ha incontrato il segretario generale del movimento di Resistenza libanese Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah. Le parti hanno discusso dell’ultima aggressione israeliana nei territori palestinesi.

La delegazione, guidata dal vice capo dell’ufficio politico del movimento, Saleh al-Arouri, ha incontrato sabato Nasrallah e altri funzionari di Hezbollah sugli ultimi eventi in Palestina, in particolare le violazioni dei diritti di Israele contro i palestinesi e gli attacchi del regime contro il quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est.

Sheikh Jarrah è stato teatro di frequenti repressioni da parte delle forze israeliane nei confronti dei palestinesi che protestavano contro la prevista espulsione di dozzine di famiglie palestinesi dalle loro case a favore dei gruppi di coloni israeliani.

Da quando Israele ha occupato Gerusalemme Est durante la guerra del 1967, le organizzazioni di coloni israeliani hanno rivendicato la proprietà della terra a Sheikh Jarrah e hanno intentato numerose cause per costringere i palestinesi a lasciare l’area. Gran parte della comunità internazionale considera le strutture degli insediamenti israeliani illegali ai sensi del diritto internazionale a causa della loro costruzione nei territori occupati.

Le due parti hanno anche discusso “l’orizzonte del conflitto esistente tra l’Asse della Resistenza e l’entità sionista”, nonché l’ultima situazione politica nella regione, riportano i media affiliati a Hezbollah.

Hamas auspica massima cooperazione con Hezbollah

Le parti hanno sottolineato la forza del rapporto tra Hezbollah e Hamas e hanno evidenziato l’espansione della cooperazione e del coordinamento tra le due parti. Hanno ribadito il loro rifiuto di tutti gli accordi che si oppongono alla causa palestinese, invitando i Paesi che normalizzano le relazioni con Israele a invertire la rotta poiché la mossa “danneggerebbe la causa palestinese e servirebbe solo l’entità sionista”.

Hanno anche definito i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane come individui che stanno conducendo una nuova battaglia contro il regime occupante, chiedendo solidarietà con i prigionieri. Le autorità carcerarie israeliane tengono i prigionieri palestinesi in condizioni deplorevoli prive di adeguati standard igienici. I detenuti palestinesi sono sottoposti a tortura, molestie e repressione sistematiche.

Secondo quanto riferito, ci sono più di 7mila palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Centinaia di detenuti sono stati incarcerati senza accusa. Alcuni prigionieri sono detenuti grazie alla cosiddetta detenzione amministrativa per un massimo di 11 anni.

Palestinesi e gruppi per i diritti umani affermano che la “detenzione amministrativa” viola il diritto a un giusto processo poiché i detenuti vengono trattenuti per lunghi periodi senza essere accusati, processati o condannati.

di Redazione

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