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In Libia ennesima tragedia dei migranti

di Adelaide Conti

Un bollettino di guerra che va aggiornato di giorno in giorno quello dei migranti morti in mare. Circa duecento cadaveri sono stati individuati dalla Guardia costiera libica davanti alle coste di Zuwara. Si tratterebbe di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, dal Pakistan, dalla Siria, dal Marocco e dal Bangladesh. A riferire di questa ennesima tragedia in mare il Guardian. Sarebbero quaranta i corpi ritrovati all’interno della stiva di un barcone che si è arenato su una spiaggia, i restanti centosessanta venuti a galla a circa un chilometro dalla costa.

La Guardia costiera è riuscita a recuperare alcuni cadaveri ma altri sono stati lasciati in mare perché il battello “non aveva abbastanza luce per continuare il lavoro”. Secondo una ricostruzione fatta dalla Bbc, i migranti morti si trovavano in due distinte imbarcazioni che sono affondate a distanza di diverse ore l’una dall’altra. Più confortanti le notizie che arrivano dalla Guardia costiera italiana che fa sapere che nella giornata di ieri sono stati tratti in salvo 1430 migranti. Di questi, settecento sono giunti nel porto di Vibo Valentia con l’aiuto di Medici senza Frontiere. Tra i migranti ci sono trenta bambini e centocinquanta donne, alcune delle quali incinte.

I numeri di quella che posiamo definire ormai un’ecatombe sono destinati ad essere continuamente aggiornati. Possibile che, nella tanto declamata cultura occidentale, non si possano delineare percorsi per arrivare ad individuare una strategia comune tra gli Stati e far cessare queste tragedie che si ripetono ad ogni sorgere del sole? Ci sembra chiaro che l’imperativo primario oggi deve essere impedire in tutti i modi che altri disperati perdano la vita nel tentativo di scappare dalla guerra, dalla fame, dalla disperazione. La morte di ogni povero migrante interpella le nostre coscienze ed esige risposte. Non è più permesso fingere di non sapere. Non più.      

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