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Giustizia: “torture e carceri sovraffollate”, il Parlamento europeo ri-condanna l’Italia

di Maurizio Gallo

Le carceri italiane sono le più sovraffollate del vecchio continente, con l’eccezione solo di Grecia e Serbia. In attesa disperata di interventi dì ristrutturazione e con pochi spazi per poter socializzare.

Strapiene di tossicodipendenti, di stranieri e di detenuti in attesa di giudizio, vittime della carcerazione preventiva. Spesso con servizi igienici, sanitari e dì ristorazione insufficienti, vetusti e inadeguati. Per non parlare dei sospetti sull’esistenza di vere e proprie “stanze della tortura”, teatro di pestaggi dei detenuti.

E il quadro tragico dei penitenziari italiani tracciato da tre membri della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Ue guidati dal socialista Juan Fernando Lopez Aguilar, che il 26 e il 28 marzo scorsi hanno visitato due sezioni della prigione romana di Rebìbbia e Poggioreale, a Napoli. Lo scopo della delegazione era capire come procedevano gli interventi del nostro Paese per alleviare la situazione e suggerire rimedi. I risultati del “tour” dì Aguilar e dei suoi compagni Frank Engel e Kinga Goncz sono stati desolanti.

Sovraffollamento

Intanto per il divario enorme fra la capienza nelle 206 strutture esistenti e il numero di “ristretti”. In base al rapporto del terzetto europeo, che si basa su dati delle “autorità” tricolori, in Italia ci sarebbero 60.828 galeotti contro una disponibilità di 47.857 posti, con un’eccedenza di 12.971 carcerati. “Questo numero, comunque – si legge nel documento – è contestato da alcune organizzazioni, che calcolano la capienza totale in 41.000 unità”. Nel 2001, il Consiglio europeo sulle statistiche penali stabilì che il nostro Paese era terzo nella “classifica” del sovraffollamento, con 147 detenuti su 100 posti disponibili.

“Questo – scrivono ancora i tre – malgrado il fatto che l’Italia ha una media di un prigioniero ogni mille abitanti, che corrisponde a quella europea”. E ancora: “Circa il 38 per cento delle persone sono detenute per crimini collegati alla droga (con un alto numero di tossicodipendenti fra loro) e 29.000 sono stranieri, soprattutto romeni, marocchini, albanesi e tunisini. E il numero di persone in attesa di una condanna definitiva sono circa il 40 per cento del totale, e questa è la percentuale più alta in Europa”.

Droga e piani carcere

Il documento passa, quindi, in rassegna i tentativi italiani dì uscire dall’emergenza, esaminando le novità sulle pene per droga, l’abolizione del reato di clandestinità, la possibilità di amnistie o indulti e i vari “piani carcere”. Il primo del 2010, modificato nel gennaio 2012 e nuovamente modificato nel luglio 2013. Obiettivo: “Raggiungere il numero complessivo di 50 mila posti alla fine del maggio 2014”.

I delegati ricordano, poi, che il 25 febbraio la Consulta ha dichiarato incostituzionale la “Fini-Giovanardi”, che nel 2006 aveva eliminato la differenza fra sostanze stupefacenti leggere e pesanti. “Come conseguenza – osservano i tre – le sentenze dovrebbero essere rideterminate e molti detenuti incarcerati per reati di droga dovrebbero essere rilasciati”, il che contribuirebbe a ridurre il sovraffollamento. Ma “la discussione è ancora in corso” e non si sa ancora come andrà a finire.

Rebibbia

A Rebibbia la delegazione ha visitato il Nuovo Complesso, che ha una capienza di 1.200 posti e ospita 1.700 detenuti, 1.057 italiani e 644 stranieri (249 comunitari). Il 60% sono condannali in via definitiva. I problemi principali sono “la mancanza di spazi dedicati alle attività di socializzazione, il bisogno di ristrutturazione e manutenzione di alcune aree e quello di un numero maggiore di impiegati, oltre alla necessità di migliorare l’assistenza sanitaria”.

Nella Casa Circondariale Rebibbia Femminile, che accoglie 385 carcerate pur potendone ospitare circa 240, i “problemi principali sono il sovraffollamento, l’assistenza sanitaria e la presenza di bambini molto piccoli all’in-terno della prigione (ce ne sono 13 e sono sotto i tre anni – ndr)”.

Poggioreale

A Poggioreale, costruito nel lontano 1908, i tre parlamentari Ue si sono messi le mani nei capelli. I detenuti sono 2.354 contro una capacità dì appena 1.400. E 800 sono in carcerazione preventiva. Nel penitenziario napoletano c’erano soltanto due cucine (con i detenuti costretti a mangiare cibi freddi), poche possibilità di lavorare o di svolgere attività sociali, assistenza sanitaria “very poor”, “condizioni igieniche che facilitano la diffusione di malattie”, agenti di custodia insufficienti e, in un edificio, tre docce per 87 prigionieri. I delegati avrebbero appreso anche dell’esistenza di una “cella zero” dove i detenuti verrebbero picchiati dai poliziotti penitenziari.

Renzi bacchettato

Aguilar e i suoi propongono soluzioni e bacchettano Renzi: “La situazione penitenziaria in Italia è un problema che non è mai stato considerato come priorità politica e finanziaria e sembra non esserci alcun cambiamento – ha detto il deputato socialista. Che il nuovo governo faccia un passo avanti affinché la situazione sia all’altezza della civiltà giuridica e del prestigio del Paese che è tra i fondatori dell’Europa”.

Fonte: Il Tempo, 10 aprile 2014

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