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Tunisia: smantellate 1300 cellule terroristiche

di Salvo Ardizzone

Concentrati dalla pressione mediatica su Siria ed Iraq, gli europei e i suoi Governi trascurano quanto sta avvenendo assai più vicino.

Il ministero degli Interni tunisino ha annunciato di aver scoperto e smantellato 1300 cellule terroristiche dall’inizio dell’anno; magari saranno numeri un po’ “gonfiati” a beneficio della stampa e dell’opinione pubblica interna, ma numerose di quelle disponevano di armi e diverse pianificavano attentati.

Nel corso della conferenza stampa, il portavoce del ministero ha evidenziato un fenomeno ormai conosciuto da tutti: la massa di chi è partito per combattere sotto le bandiere del “califfo” in Siria ed Iraq sta ritornando, in fuga dalle crescenti offensive degli eserciti nazionali e delle milizie sciite, appoggiate da Russia ed Iran.

Sono già almeno 600 i tunisini rientrati dalle aree di guerra che si troverebbero agli arresti domiciliari, un’avanguardia degli oltre 3mila concittadini che si trovano ancora in Siria, di cui circa 800 risultano deceduti, carne da cannone per le milizie Daesh.

Il problema dello spostamento di migliaia di terroristi, mercenari abituati a uccidere, torturare, rapinare, riguarda la tenuta dell’intera sponda sud del Mediterraneo. Paesi come la Tunisia, fragili, con economie in affanno e vaste fasce di disperati senza prospettive, costituiscono il bacino ideale per il reclutamento nelle bande dei Daesh.

Nel corso del 2015, Tunisi ha conosciuto più volte i morsi del Terrore, ma con il consueto cinico egoismo, al di là di belle parole, nessuno dei Paesi occidentali ha fatto qualcosa di serio.

Un atteggiamento replicato con la più assoluta incoscienza per la Libia, dove la mala pianta del terrorismo sta attecchendo proprio grazie agli errori (e alle bombe) dettati dall’avidità di troppi Stati europei, Francia e Inghilterra in testa. Anche l’Algeria, per ora ingessata sotto la cappa di potere di Bouteflika, può deflagrare da un momento all’altro dando il via ad un incendio colossale.

A questo dovrebbero pensare i governanti di un’Europa che sa muoversi solo sotto dettatura, egoista e succube, presa solo da gretti interessi d’immediata bottega. Qualcuno glielo ricordi al prossimo ipocrita corteo dopo l’ennesima strage.

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