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Bahrain acquista bombe Usa per 45 milioni di dollari

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha approvato la possibile vendita in Bahrain di tremila bombe per un valore stimato di 45 milioni di dollari, destinate a potenziare le operazioni degli aerei da combattimento F-16 della Royal Bahraini Air Force.

BahrainLa vendita è stata richiesta dal governo del Bahrain e “migliorerà la politica estera e gli obiettivi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti contribuendo a migliorare la sicurezza di un importante alleato non Nato e partner per la sicurezza nella regione”, riporta una nota del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Le iniziative per aumentare la capacità della Royal Bahraini Air Force arrivano pochi giorni dopo che il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha dichiarato che cerca di forgiare un’alleanza anti-Iran in Medio Oriente.

Bahrain, sette anni di rivolta

Nel febbraio del 2011 le condizioni di estremo disagio di vasta parte della popolazione hanno fatto esplodere la rivolta popolare; da allora migliaia di manifestanti anti-regime sono scesi ininterrottamente nelle strade malgrado la feroce repressione, chiedendo la fine dello strapotere della dinastia Al-Khalifah e più giuste condizioni di vita per tutta la popolazione.

Dinanzi al crescendo delle proteste che stavano per spazzar via la casa regnante, nel marzo del 2011 le truppe di Arabia Saudita e degli Emirati sono state dispiegate in Bahrain per reprimere le proteste e puntellare il regime, sostenendolo nella repressione. Da allora centinaia di persone sono state uccise o fatte sparire per sempre, migliaia sono state ferite e ancor di più incarcerate arbitrariamente.

Per facilitare il pugno di ferro contro le proteste, nel marzo del 2017 il parlamento del Bahrain, manovrato dalla famiglia regnante degli Al-Khalifah, ha approvato un provvedimento con cui i tribunali militari possono processare i civili senza alcuna credibile garanzia legale; in pratica l’imposizione di una legge marziale.

Questo crescendo di crimini avviene senza che media e comunità internazionale intervengano, né tantomeno condannino tanta brutalità perpetrata in un Paese che, grazie ai petrodollari, continua ad essere definito “moderato” dall’Occidente. Un’ulteriore beffa per un Popolo che continua a lottare per i propri diritti; un’ennesima ignominia di cui nessuno parla.

di Redazione

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