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Sicilia. Ad Agrigento i funerali dell’ipocrisia

Il Presidente Crocetta fa gli onori di casa durante i funerali dei migranti

di Mauro Indelicato

Ad Agrigento, per chi non lo sapesse, a febbraio si tiene la “Sagra del Mandorlo in Fiore”; è una festa, che culmina con una kermesse internazionale del folklore, che da queste parti non manca mai, in tutti gli ambiti. E’ un bel vedere, senza dubbio, le vie di Agrigento piene di colori, di musiche di tutto il mondo, di danze che rappresentano mille culture; bene, un’appendice di questa festa ieri era presente presso il porticciolo turistico di San Leone.

L’hanno chiamata commemorazione per le vittime di Lampedusa, ma tutto c’era nell’aria nella zona della cerimonia, tranne che tristezza: sembrava di assistere ad uno spettacolo, con tanto di platea numerata, posti assegnati alle autorità, accrediti stampa, mancavano solo le hostess che indicavano la poltrona.

Sono arrivati anche alcuni gruppi eritrei, con la loro bandiera, a sfilare sotto un gran sole cocente e lì si è avuta davvero la sensazione di trovarsi nel pieno della festa prima citata; magari questi ragazzi, provavano un gran dolore, ma sono stati catapultati in una cerimonia senza molto senso, senza bare, senza vittime da piangere, senza un’atmosfera di celebrazione funebre. Certo, magari commemorare chi non c’è più, poteva anche avere un senso nel momento in cui a farlo erano familiari delle vittime e sopravvissuti, i quali potevano mostrare al mondo intero il proprio dolore che poteva fungere da monito a politici ed amministratori; ma nella maniera di ieri, senza sopravvissuti, con qualche rappresentante delle comunità africane in Sicilia e soprattutto con politici ben scortati, da fare invidia anche alle manifestazioni del G8.

Anche perché, la domanda a molti sorgeva spontanea ieri: ma quanto è costato tutto questo circo? Agrigento era blindata, poliziotti presenti in maniera massiccia nella zona di San Leone, poi tutto il materiale occorrente, fino anche alle sedie ed a tutto il resto, con il costo della manifestazione, era questa l’impressione, si potevano dare risposte serie a problemi seri e non invece mettere su questo osceno spettacolo, in cui diversi politici e diverse organizzazioni, sembrano aver strumentalizzato l’annegamento disumano di quasi 400 persone, tra cui molte donne e bambini.

Ma ad Agrigento, per adesso tutto, da questo punto di vista, fa teatro; perfino le sepolture fatte nei cimiteri della zona: tv, interviste, tutti ad asciugarsi la lacrimuccia, a dire di sentirsi impotenti e senza poter fare nulla, quando invece la cosa più sensata da fare, visto che di molti si conosce il nome ed anche la famiglia di origine, è quella di restituire le salme ai propri cari. Ma per l’appunto, in questi giorni tutto deve essere impostato all’interno di un mortificante teatro, di palcoscenici troppo ghiotti per chi sulla pelle di questi poveri africani, cerca di tirare acqua ai propri squallidi mulini.

Foto di Salvatore Pisciotto

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