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Ansarullah può colpire anche Tel Aviv

L’importante quotidiano arabo al-Ray al-Youm ha sottolineato l’importanza delle recenti minacce del movimento yemenita Ansarullah di lanciare attacchi di ritorsione su diversi obiettivi in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e territori occupati da Israele, rilevando che l’attacco contro Tel Aviv è possibile. 

Il quotidiano al-Ray al-Youm ha sottolineato che i recenti commenti del generale yemenita, Abdullah Yahya al-Hakim, agli attacchi in Arabia Saudita non sono una novità, ma le sue minacce contro Tel Aviv sono ancora più importanti. 

Ansarullah si sta muovendo lungo lo stesso percorso già intrapreso dal movimento libanese Hezbollah e materializza la maggior parte delle sue minacce. Il giornale arabo ha osservato che le offensive dello Yemen contro il regime sionista potrebbero passare attraverso raid aerei sul porto di Eilat sul Mar Rosso, dato che missili e droni yemeniti possono ora raggiungere il porto saudita di Yanba’a la cui distanza da Eilat è inferiore a una decina di chilometri. 

Una seconda possibilità è quella di colpire le navi israeliane all’ingresso di Bab al-Mandab usando missili marini o motoscafi. Il generale Abdullah Yahya al-Hakim aveva avvertito all’inizio di questa settimana che “le forze armate yemenite sono in possesso di una potente intelligence su un gran numero di punti vitali e chiave in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tel Aviv e aree più lontane”.

Martedì scorso, il capo della squadra negoziale del movimento Ansarullah, Mohammad Abdul-Salam, ha avvertito i funzionari sauditi che devono aspettarsi ulteriori missili e attacchi di droni contro le postazioni strategiche del regno

Ansarullah contro aggressione saudita

Il 26 marzo 2015, l’Arabia Saudita ha deciso di attaccare lo Yemen dopo che le forze rivoluzionarie yemenite avevano cacciato Mansour Hadi, il presidente dello Yemen fedelissimo all’Arabia Saudita. In altre parole, dopo aver appreso di non poter più controllare lo Yemen, il regno saudita ha deciso di mettere a ferro e fuoco la nazione confinante. Fino ad oggi sono morte oltre 100mila persone.

di Redazione

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