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Libia, il parlamento di Tripoli rigetta il piano di pace dell’Onu

di Redazione

Come facilmente prevedibile, il Congresso Nazionale Generale (Gnc), il cosiddetto parlamento di Tripoli, ha rigettato il piano di pace dell’Onu, già sottoscritto dal parlamento di Tobruk (quello riconosciuto dalla comunità internazionale), dalle due formazioni contrapposte più importanti, le milizie di Zintan e di Misurata, oltre che da numerosi altri gruppi minori.

Il Gnc nei giorni scorsi aveva abbandonato i negoziati che si tenevano in Marocco con la mediazione dell’inviato dell’Onu Bernardino Leon; adesso chiede che si riaprano i colloqui a patto che le sue richieste vengano soddisfatte.

In realtà, dietro al comportamento del sedicente parlamento di Tripoli, che non rappresenta nulla fuorché se stesso, c’è Fajr Libya (Alba Libica), la coalizione di milizie minori che controlla quella che era la capitale e, fisicamente, il Gnc. Quelle formazioni non vogliono perdere il ruolo che viene loro dall’occupazione di Tripoli, ed affosseranno ogni proposta che non le veda protagoniste di primo piano.

L’assoluta irresponsabilità dei protagonisti e il perdurare dello stallo rende irreversibile la deriva di uno Stato fallito dopo la folle avventura franco-inglese del 2011, e produce le condizioni ideali per il coagularsi di gruppi che si richiamano all’Isis in cerca di guadagni e visibilità.

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