Cronaca

Svimez, dal sud via due milioni di persone

Il rapporto Svimez, uscito in questi giorni, tarperebbe le ali dell’entusiasmo che si è scatenato quando si è appreso che la disoccupazione è diminuita. La notizia pare passata in sordina soprattutto all’interno della maggioranza di governo che continua a vivere in un mondo fatato fatto di proclami e conferenze in spiaggia.

Con un divario che aumenta sempre di più, il Sud si stacca dal resto dell’Italia e da quel Centro-Nord che piange in attesa dell’autonomia, mossa che darebbe il definitivo colpo di grazia alla popolazione meridionale che già vive una fase di stagnazione con un incremento del Pil dello 0,1%. Eppure si parla di una nazione che è tra le principali potenze europee che non è in grado di far risollevare una parte consistente della popolazione.

Svimez

A leggere il rapporto Svimez si trova questo: “Il Pil, al Centro-Nord dovrebbe crescere poco, dello 0,3 per cento, mentre nel Mezzogiorno l’andamento previsto è un calo dello 0,3 per cento». Nel 2018 il Sud «ha fatto registrare una crescita del Pil dello 0,6 per cento, rispetto al più 1 per cento del 2017», prosegue l’Associazione, sottolineando come emerga «una ripresa debole, in cui peraltro si allargano i divari di sviluppo tra le aree del Paese». La revisione delle stime Svimez mostra poi che, con la significativa eccezione del 2015, anche nel 2016 e nel 2017 il gap di crescita del Mezzogiorno è stato ampio”.

Notizie che metterebbero in allarme qualsiasi nazione dotata di senno visto che le proiezioni future per il meridione sono delle più nefaste, con una previsione per il 2020 che vedrà il Pil salire soltanto dello 0,4%, idem per l’occupazione con lo 0,3%, mentre differente è la situazione al Nord dove è prevista una crescita dello 0,9%.

Sono due milioni invece gli emigrati che dal Sud sono andati via, di cui 132.287 nel solo 2017 e dal rapporto Svimez risulta che 66.557 sono giovani per un totale del 50,4% della quale il 33% laureato. Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, «è negativo per 852mila unità. Nel 2017 sono andati via 132mila meridionali, con un saldo negativo di circa 70mila unità.

Nel rapporto Svimez si legge come il «il gap occupazionale del Sud rispetto al Centro-Nord nel 2018 sia stato pari a 2 milioni 918mila persone, gli occupati al Sud negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 «sono calati di 107 mila unità (-1,7 per cento)», nel Centro-Nord, invece, nello stesso periodo, «sono cresciuti di 48mila unità (+0,3 per cento)».

Finiti i festeggiamenti, si dovrebbe provvedere ad un’analisi approfondita della questione che richiederebbe serietà, conoscenza delle problematiche e rapidi provvedimenti per fermare, o almeno tentare di fermare, l’emorragia di giovani che abbandonano il Sud Italia, ma di tutto questo non c’è né ombra, né intenzione viste le tematiche giornaliere che il governo sottopone alla pancia degli italiani.

E allora parlare del fatto che l’Italia, insieme alla Grecia, è l’unica nazione a non riuscire a smuoversi dalle sabbie mobili pre-crisi dovrebbe essere la preoccupazione dei principali esponenti del governo, invece ci si arrovella tra tematiche che incrementano le percentuali dell’ormai partito di maggioranza di governo.

di Sebastiano Lo Monaco

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