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Guerra Usa in Iraq costata 120 miliardi $ all’anno

Il regime americano ha speso circa 120 miliardi di dollari all’anno per la guerra in Iraq, una somma che è solo 55 miliardi in meno rispetto al bilancio annuale dell’Ue. La guerra Usa in Iraq fin dall’inizio è stata molto controversa negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali. Gli oppositori della guerra in Iraq non erano solo tra gruppi per i diritti umani o oppositori della democrazia liberale. Alcuni di loro erano normali cittadini ed elettori americani la cui opposizione era puramente dovuta a ragioni economiche piuttosto che morali o ideologiche. L’opposizione ha considerato il costo della guerra in Iraq come un pesante fardello per i contribuenti americani, quindi hanno voluto prevenire l’invasione dell’Iraq nel 2003 e hanno chiesto di fermare la guerra in Iraq sin dal suo inizio.

L’ultima stima della guerra: 1922 miliardi di dollari

Sulla scia dell’opposizione economica alla guerra in Iraq, vari gruppi e istituzioni statunitensi si sono finora riuniti per valutare i costi della guerra. “The Costs of War Project” è uno dei progetti di ricerca sui costi della guerra in Iraq, che ha iniziato la sua valutazione dei costi dal 2011. Il progetto è stato osservato e gestito dalla dott.ssa Neta C. Crawford, professoressa e cattedra di scienze politiche presso l’Università di Boston, esaminando le caratteristiche e gli effetti chiave della guerra in Iraq sul bilancio federale.

Secondo gli ultimi risultati del 2019, il rapporto afferma che anche se il governo degli Stati Uniti decidesse di ritirare immediatamente tutte le sue truppe in Iraq, la guerra ha sostenuto un costo di 1922 miliardi di dollari per gli elettori americani dal 2003 al fine del 2019. Questa cifra non includa solo i finanziamenti stanziati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) per la guerra, ma anche i costi delle cure dei veterani di guerra in Iraq e gli interessi sul debito incorsi per i 17 anni di coinvolgimento dell’esercito americano nel paese.

Fiumi di dollari per la guerra in Iraq

Il Dipartimento della Difesa aveva stanziato circa 838 miliardi di dollari per operazioni militari in Iraq dall’anno fiscale 2003-2019, comprese le operazioni contro Isis in Iraq e Siria. A parte i costi del Dipartimento della Difesa, il Dipartimento di Stato ha aggiunto circa 59 miliardi ai costi totali della guerra in Iraq per l’Agenzia per lo sviluppo internazionale (Usaid) degli Stati Uniti in Iraq e Siria.

Secondo il rapporto, dopo gli attacchi dell’11 settembre, circa 4,1 miliardi di dollari sono stati spesi in cure mediche e per invalidità per veterani di guerra e indennità. Il rapporto afferma che se le guerre post 11 settembre non fossero state condotte dagli Stati Uniti, sarebbero stati finanziati circa 444 miliardi di dollari del totale dei fondi spesi. Questi costi sono arrivati nel momento in cui il Pentagono ha cercato di tagliare le sue spese nell’ultimo decennio dopo che i suoi fondi annuali per 140 miliardi di dollari per la guerra in Iraq sono aumentati nel 2008. D’altra parte, in alcuni casi, il Congresso ha stanziato i fondi necessari per la guerra in Iraq a parte i piani precedentemente approvati.

La costosa guerra Usa in Iraq continua in un quadro ideologico

Per realizzare la grande somma del fondo Usa nella guerra in Iraq dal 2003 al 2019, che il progetto Costs of War ha dichiarato pari a 1922 miliardi, si dovrebbe sapere che il bilancio dell’Ue nel 2018, con 27 Paesi membri e una popolazione di 446 milioni di persone sono state fissate a 175 miliardi di dollari. In queste circostanze, la guerra in Iraq non ha ovviamente alcun risultato per Washington, tranne i costi infiniti, che sono leggermente diversi dal bilancio annuale dell’Ue. Quindi la domanda è: perché la guerra in Iraq continua ancora, nonostante gli ingenti costi economici?

Alcuni esperti ritengono che l’orientamento ideologico della politica estera degli Stati Uniti sia uno dei motivi principali della continua guerra in Iraq. Da questo punto di vista, Washington sta cercando di confrontarsi con i suoi oppositori ideologici piuttosto che adottare un approccio a breve termine nei confronti delle problematiche e dei costi e benefici dell’attuazione delle sue politiche. In una situazione del genere, i leader di Washington considerano la Repubblica Islamica dell’Iran come il loro più importante oppositore ideologico, che sfida le politiche statunitensi nel mondo. Pertanto, i leader della Casa Bianca ritengono necessario continuare la guerra in Iraq per affrontare l’Iran.

Su questa base, il ritiro delle truppe statunitensi dall’Iraq può essere considerato una grande sconfitta per gli Stati Uniti. Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti continuano a insistere per mantenere la propria presenza e persino per espandere le proprie basi militari in Iraq, nonostante gli ingenti costi finanziari e la risoluzione del parlamento iracheno per l’espulsione delle truppe straniere. Washington è ben consapevole che il ritiro dall’Iraq porterà a una pesantissima sconfitta per gli americani.

di Yahya Sorbello

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