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Asse della Resistenza e nuova strategia israeliana

Asse della Resistenza – In un potente discorso tenuto a Beirut il 28 agosto 2023, Sayyed Hassan Nasrallah, leader del movimento Hezbollah in Libano, ha affermato: “Qualsiasi assassinio sul suolo libanese contro un libanese, siriano, iraniano o palestinese riceverà una risposta decisiva. Non lo tollereremo e non permetteremo che il Libano diventi un nuovo campo di sterminio per Israele”.

Esattamente quattro mesi dopo, una massiccia esplosione ha colpito la periferia meridionale di Beirut. La notizia di questa esplosione ha fatto rapidamente notizia nella regione. La causa: un attacco di droni israeliani ha assassinato il vice leader politico di Hamas, Saleh al-Arouri. Il Movimento di Resistenza Islamico Palestinese, Hamas, ha confermato ufficialmente il martirio di Saleh al-Arouri e di altri due comandanti durante l’attacco sionista.

Chi era al-Arouri?

Saleh Mohammad Suleiman al-Arouri (Abu Mohammad) è stato uno dei leader politici e militari del movimento di Resistenza palestinese, servendo come vice capo dell’ufficio politico di Hamas, con un ruolo nella creazione dell’ala militare di Hamas, il Brigate Al-Qassam, in Cisgiordania. Trascorse 15 anni nelle carceri del regime sionista, poi fu esiliato dalla Palestina e visse in Libano. Al-Arouri si è unito al movimento Hamas nel 1987 ed è diventato membro dell’ufficio politico di Hamas nel 2010.

Saleh al-Arouri era una figura di spicco delle Brigate Al-Qassam e, dopo anni di prigionia dal 1992 al 2011, è stato rilasciato nel famoso scambio “Gilad Shalit” – noto anche come Wafa al-Ahrar – insieme a molti altri leader palestinesi, tra cui Yahya Sinwar, dalle carceri del regime sionista. Ottima conoscenza dell’ebraico, ha rapidamente scalato i ranghi della leadership di Hamas, ricoprendo il ruolo di capo dell’ufficio di Hamas in Siria, Turchia e Qatar, e in seguito assumendo responsabilità in Libano.

Ha guidato le operazioni di Hamas dal Libano, suscitando crescenti preoccupazioni all’interno dell’apparato di sicurezza israeliano. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, il regime di Tel Aviv avrebbe rintracciato al-Arouri dal 2015. Prima che la guerra iniziasse il 7 ottobre a Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva minacciato di ucciderlo. Anche gli Stati Uniti avevano etichettato al-Arouri come un “terrorista globale” nel 2015 e avevano emesso una ricompensa di cinque milioni di dollari per qualsiasi informazione su di lui.

Nuova strategia israeliana

L’assassinio di al-Arouri è significativo per vari motivi. Si tratta del secondo omicidio mirato da parte di Israele dopo l’operazione “Al Aqsa Storm”, subito dopo l’assassinio di Seyyed Razi Mousavi, un alto funzionario della Forza Quds dell’IRGC in Siria. Ciò indica il tentativo di Israele di riconquistare le diminuite capacità di deterrenza, intelligence e militare dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

Seyyed Razi Mousavi, uno dei comandanti della Forza Quds dell’IRGC, era incaricato di fornire supporto logistico all’Asse della Resistenza in Siria. D’altra parte, al-Arouri fungeva da collegamento tra Hamas, Jihad Islamico, Hezbollah e le forze siriane e iraniane. Gli omicidi mirati di questi due funzionari di alto rango, uno a Damasco e l’altro a Beirut, insieme al tentativo di eliminare membri chiave dell’Asse della Resistenza, suggeriscono uno spostamento nell’approccio di Israele da una strategia militare a una basata sull’intelligence. 

Asse della Resistenza e omicidi mirati

Queste recenti operazioni potrebbero segnalare l’inizio di una serie di omicidi mirati contro i leader della Resistenza, compresi quelli di Hezbollah e Hamas. D’altro canto, l’assassinio di martedì è coinciso con i negoziati indiretti per il cessate il fuoco tra gruppi israeliani e palestinesi, segnalando che il principale organismo politico e militare di Tel Aviv non ha alcuna volontà di porre fine alla guerra. 

Inoltre, come ammettono i sostenitori di Tel Aviv, Netanyahu e l’esercito del regime israeliano non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi dichiarati nella Striscia di Gaza, compresa l’eliminazione di Hamas. Il regime parla di un cambiamento nella sua strategia nella guerra di Gaza, sostenendo che l’esercito si sta preparando per un cambiamento di strategia militare nella Striscia di Gaza, con l’intenzione di indirizzarlo verso un’operazione a lungo termine.

Considerata la ferma posizione di Sayyed Hassan Nasrallah, menzionato all’inizio di questo articolo, e di altri leader della Resistenza, ci si aspetta che Hezbollah e Hamas forniscano una risposta decisiva ai recenti omicidi di Israele per contrastare quella che il regime percepisce come una transizione da una strategia militare ad una strategia di assassinio, togliendo l’iniziativa a Israele prima di assistere a simili omicidi mirati in altre capitali dell’Asse della Resistenza. 

di Maryam Geshani

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