Asse della Resistenza

Assassinio Soleimani: chi ha vinto la guerra?

L’assassinio del tenente generale Qassem Soleimani e del comandante iracheno Abu Mahdi al-Muhandis, compiuto cento giorni fa durante un attacco terroristico all’aeroporto internazionale di Baghdad, può essere considerato il più grande errore di calcolo degli Stati Uniti. L’assassinio fu ritenuto una decisione unilaterale e personale di Trump e di alcuni altri funzionari della Casa Bianca e del Pentagono.

Assassinio Soleimani, obiettivi falliti

In una corsa causata dalla confusione, il presidente degli Stati Uniti ha cercato i risultati che aveva immaginato potessero arrivare con l’assassinio del Tenente Gen. Soleimani. Uno dei principali fattori trainanti del processo decisionale di Trump e del suo folle approccio politico è stato quello di raggiungere i suoi interessi elettorali. Si presumeva che l’assassinio potesse influenzare le elezioni del 2020 a suo favore. Inoltre, uccidendo il generale Soleimani, la Casa Bianca ha avuto l’illusione di poter portare la situazione politica in Iraq sotto il suo controllo, una questione definita dagli obiettivi interni di Trump.  

Naturalmente, la pressione esercitata dal regime sionista e dai suoi interessi ha avuto un ruolo importante nelle decisioni degli Stati Uniti. Tel Aviv, nel frattempo, era sotto pressione interna per la formazione di un governo. Si riteneva che la ragione principale dei fallimenti degli Stati Uniti e di Israele nella regione fosse l’Iran, in particolare la Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc) il cui comandante godeva di una personalità carismatica.

Numerosi risultati politici e sul campo e il successo dell’Asse della Resistenza in Palestina, Libano, Siria, Iraq e Yemen, nonché i ripetuti fallimenti dell’Arabia Saudita, in quanto fantoccio israelo-americano, sono i motivi principali che hanno portato Trump a prendere una tale decisione.

Assassinando Soleimani, il presidente Usa cercava di cambiare la situazione in Iran, che era stata messa sotto la massima pressione politica ed economica, a favore degli Stati Uniti. Osservando gli eventi che hanno seguito l’assassinio e gli sviluppi regionali, si possono vedere gli errori di calcolo di Trump.

Un consenso pubblico

L’assassinio del comandante della Forza Quds fu contrastato da molti americani. L’opposizione è emersa anche a livello politico e mondiale, molti credevano che Soleimani fosse una figura importante nella lotta contro il terrorismo e l’Isis. L’opinione pubblica ha visto il suo assassinio in contrasto con le affermazioni “antiterrorismo” statunitensi.

Secondo i sondaggi, la popolarità di Trump e la possibilità di vincere le prossime elezioni sono in netto calo. Molti americani sanno bene che Trump è uno strumento per implementare la “teoria dei folli”. Ha la missione di usare i cittadini americani come mezzo per raggiungere l’obiettivo del 3% della comunità ebraica americana, che è lo sfruttamento politico ed economico.

Trump non avrebbe mai potuto prevedere che grandi folle in Iran, Iraq, Siria e nei Paesi classificati come membri dell’Asse della Resistenza avrebbero partecipato alle processioni funebri per il comandante Soleimani. Il funerale, a cui hanno partecipato milioni di persone, è stato in realtà un referendum anti-americano che ha mostrato quanto sia popolare la linea della Resistenza. In effetti, gli americani hanno capito che il “Martire Soleimani” è più vivo e pericoloso del nemico di sempre “Qassem Soleimani”.

Soleimani simbolo e guida degli oppressi

Un altro obiettivo che gli americani hanno cercato di raggiungere con l’assassinio è stato quello di ridurre la sfera dell’influenza della Resistenza Islamica iraniana in Palestina e Iraq. Gli americani presumevano conducendo l’attacco terroristico, sarebbero stati in grado di ridurre l’influenza dell’Iran nella regione e avrebbero più possibilità di realizzare i loro piani in Iraq. Pertanto, poco dopo l’assassinio, ridurre l’influenza iraniana nella regione diventa un argomento pulsante per i media occidentali. Questo è stato un altro enorme errore di calcolo da parte degli americani. Non sapevano che oltre alla sua personalità dominante e carismatica, ciò che ha reso Haj Qassem Soleimani una grande figura, è stata la sua ricerca di un discorso che parte dalla Guida Suprema l’ayatollah Khamenei, ma contiene anche una visione del mondo.

Sebbene il martirio del comandante Soleimani sia stato un duro colpo per l’Iran e l’Asse della Resistenza, la Repubblica Islamica non ha cambiato gli obiettivi e soprattutto la linea politica nella regione. Teheran ha nominato immediatamente il generale Esmail Qaani nuovo comandante dell’Irgc Quds Force. Gli Stati Uniti hanno dimostrato preoccupazione per la nomina del nuovo comandante e hanno persino parlato del suo assassinio.

Alla fine, i risultati sul campo dimostrano che l’Asse della Resistenza ha ottenuto maggiori risultati, soprattutto in Siria. Tutti questi fattori mostrano che oggi tutti i Paesi membri dell’Asse della Resistenza sono più determinati a raggiungere i loro obiettivi rispetto al martire Soleimani, che ora è diventato un simbolo e una guida per tutti gli oppressi.

di Yahya Sorbello

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