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Sud, continua la fuga dei giovani

Nel sud Italia si sta consumando un’autentica diaspora che passa in sordina nelle cronache nazionali. Infatti, si sta ignorando quanto avviene in una parte corposa del territorio italiano. Che i giovani vadano via dal sud non è una novità, purtroppo non lo è mai stato ed ha fatto notizia solo quando fuoriescono i numeri che ogni volta sono sempre più impietosi. 

Sono 1,6 milioni i giovani che hanno preso il trolley e sono andati via dalla propria città, dalla propria regione perché privati di un futuro dopo anni di sacrifici e di studio, bloccati dal clientelismo e dalle baronie universitarie. Questi numeri non si sono venuti a creare dall’oggi al domani, ma sono il frutto di anni, 25 per la precisione, in cui nulla è stato fatto per far si che il meridione non perdesse la sua parte migliore andando ad arricchire aziende e ospedali dell’Europa.

Sono numeri impressionanti quelli che Confcommercio ha analizzato; emerge che dal 1995 ad oggi il sud ha perso la bellezza di 1,6 milioni di giovani al di sotto dei 25 anni di età ossia nel pieno della loro forza fisica e mentale. Confcommercio segnala inoltre che anche il mercato del lavoro, tra Nord e Sud, subisce una forte discrepanza con il primo che cresce del 16,4% mentre al secondo non rimangono che le briciole del 4,6%. 

Non basta nemmeno la panacea di tutti i mali, il turismo, che nel sud potrebbe e dovrebbe curare tutte le ferite. Dal report di Confcommercio emerge anche la riduzione del peso percentuale della ricchezza prodotto dalle regioni del mezzogiorno che passa dal 24% al 22% con il Pil pro capite che rimane a metà strada di quello del nord: 18,200 euro contro i 34,300 del nord-ovest.

Un sud alla deriva

La differenza non deve meravigliare, anni di politiche che hanno portato le regioni del nord a primeggiare in molti settori mentre il sud è rimasto a galleggiare in quella mediocrità fatta di politiche clientelari e di politici che hanno guardato solo al loro mero interesse. Tutto ciò perpetrato nel tempo ha creato un divario ormai incolmabile. A poco serviranno gli 82 miliardi del Pnrr destinati al sud, soldi pensati per sviluppare ed innovare. Servirebbe un cambio di rotta che il sud Italia non pare poter imprimere alla sua trasandata storia.

di Sebastiano Lo Monaco

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