Stati Uniti annunciano uscita da Unhcr in difesa di Israele
Gli Stati Uniti hanno annunciato la possibile uscita dall’Unhcr (Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite) a meno che l’organismo non smetta di accanirsi con continue risoluzioni contro l’alleato Israele.
Nessuna decisione sarebbe imminente ma la questione è al vaglio dell’ambasciatore Onu Nikki Haley e del segretario di Stato Rex Tillerson. Lo stesso Tillerson avrebbe affermato che nel caso gli Usa si ritirino dal Consiglio “si avvicineranno ad altri partners che condividono la loro stessa visione in tema di diritti umani”.
Dal mese di marzo il Consiglio ha più volte adottato risoluzioni contro Tel Aviv, tra cui una mozione che condannava Israele per la costruzione di insediamenti illegali in territori non israeliani tra cui le Alture del Golan, che sono di dominazione siriana.
Il consiglio dell’Unhcr, appena una settimana fa, ha pubblicato una relazione a sostegno della creazione di una “blacklist” di società che lavorano negli insediamenti palestinesi in modo da renderle facilmente rintracciabili per chi volesse eluderne i rapporti.
L’amministrazione Trump non ha gradito particolarmente la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che richiedeva a Tel Aviv la cessazione immediata di tutte le attività illegali perpetrate nei territori palestinesi.
All’inizio dell’anno, la Commissione economica e sociale dell’Onu per l’Asia occidentale (Escwa) ha pubblicato una relazione, accusando Israele di “apartheid”. Rima Khalaf, segretario generale ed esecutivo dell’Escwa, sottoposta a pesanti pressioni, ha rassegnato le dimissioni a causa di misure coercitive messe a punto contro di lei affinché annullasse il report. Il documento è stato ritirato in seguito ad un’operazione guidata dall’ambasciatore di Israele all’Onu Danny Danon e approvata da Washington.
Più di recente l’Escwa ha pubblicato un altro documento che accusa le truppe israeliane di usare in modo sproporzionato la forza contro i palestinesi in un clima di crescente illegalità in cui non mancano “esecuzioni extragiudiziali”. Nel report si afferma che le forze israeliane hanno ucciso 63 palestinesi, di cui 19 bambini e feriti altri 2,276 palestinesi, di cui 562 bambini, tra il 1° aprile 2016 e il 31 marzo 2017.
Nel documento è stato citato anche il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura che si è più volte detto preoccupato per “le pratiche israeliane nei confronti dei detenuti palestinesi”. Nel report si legge: “non è stata avviata un’indagine penale in oltre mille denunce di torture o maltrattamenti presentati dal 2001”. Danon, dal canto suo si impegnerà ad insabbiare anche questa relazione.
di Carolina Lambiase