Stati Uniti, l’ex superpotenza dai piedi d’argilla
Le immagini che hanno fatto il giro del mondo, gli elicotteri americani che imbarcavano i connazionali dal tetto dell’ambasciata di Kabul, hanno richiamato alla mente quello che accadde nel 1975 a Saigon. A distanza di anni nulla è cambiato, la storia si è ripetuta e anche questa volta in Afghanistan gli Stati Uniti hanno perso l’ennesima partita.
Imperialismo Usa nel mondo
Nel 1950 in Corea del Nord, gli Stati Uniti intervengono ma dopo tre anni devono accettare a denti stretti un armistizio che lascia tutto come avevano trovato anzi, il regime è ancora lì, vivo e vegeto. Gli americani ci rimettono dollari e vittime, 50mila per la precisione.
Nel 1964 la madre di tutte le sconfitte, il Vietnam. Rimarranno lì sino al 1974, faranno tre milioni di morti tra i vietnamiti e 60mila tra gli americani. ed è lì che si vide quella scena che fece la storia quando gli americani in fuga da Saigon si ammassarono sui tetti dell’ambasciata in attesa che gli elicotteri li portassero via.
Le vittorie di carta, si perché gli Stati Uniti dopo queste figuracce non si fermano e nel 1983, i Marines invadono un‘isoletta, Granada, più piccola di Malta, dove grazie ad un colpo di stato era salito al potere il marxista-leninista Hudson Austin e cosa c’è di più pericoloso per gli Stati Uniti che avere un vicino di casa che ha letto Marx? Questi stravolgimenti mandarono ai pazzi l’amministrazione Usa che inviò i Marines, l’allora presidente Reagan non badò a spese perché c’erano 600 studenti americani “in pericolo”. Stessa cosa accadde nel 1989 a Panama, quando gli yankee cacciarono via Manuel Noriega.
Stati Uniti e la debacle afghana
In Iraq e Afghanistan gli americani si sono giocati la faccia. In Iraq, l’invasione del 1991 portò sì al ritiro di Saddam Hussein dal Kuwait ma rimase stabilmente al potere. Ci volle una seconda guerra, nel 2003, per sconfiggerlo, catturarlo e impiccarlo, ma poco cambiò perché il governo iracheno filo occidentale. È in Afghanistan che, arrivati a giorni nostri, gli americani hanno dimostrato di essere una ex superpotenza dai piedi d’argilla.
L’invasione del 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle con il pretesto della “guerra al terrorismo”, ha avuto l’obiettivo di “insegnare” la democrazia inserendo governi marionetta pseudo democratici. I talebani non sono mai scomparsi come si è visto in questi giorni, si sono nascosti bene in un territorio che conoscono benissimo e vent’anni dopo in meno di dieci giorni hanno fatto fuori uno dei governi più corrotti e deboli.
La maggioranza della popolazione americana era favorevole al ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Ebbe vita facile Donald Trump a dare della “guerrafondaia” alla Clinton, ma adesso è proprio Trump a criticare Biden per lo sfacelo del ritiro senza ricordare però che fu proprio lui, con gli accordi di Doha, a legittimare i talebani e a decretare la fine della missione in Afghanistan.
di Sebastiano Lo Monaco