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Immigrati, 147 miliardi la ricchezza prodotta

La Fondazione Leone Moressa nel su report ha constatato come tasse e contributi dei lavoratori immigrati valgono 18 miliardi di euro sulla spesa pubblica, mentre dalla sanatoria del 2020 arriva un gettito potenziale di 360 milioni annui, la ricchezza prodotta dagli immigrati vale il 9,5% del Pil.

Da diversi anni, l’immigrazione è la battaglia campale di movimenti politici come Lega e Fratelli d’Italia che della presunta invasione dello straniero hanno fatto il loro vessillo.

Tutto quello che la politica omette viene invece analizzato dalla Fondazione Leone Moressa nel suo report annuale sull’economia dell’immigrazione e ciò che emerge è abbastanza chiaro. Gli immigrati residenti in Italia negli ultimi dieci anni sono passati da 3,65 a 5,26 milioni con un aumento del +44%, arrivando così a rappresentare l’8,7% della popolazione. Diminuiscono i permessi di soggiorno per un totale del 70% a causa di una riduzione drastica dei permessi per il lavoro -97%. La maggioranza degli extracomunitari che arrivano oggi in Italia lo fanno per ricongiungimento familiare o motivi umanitari.

Gli occupati stranieri in Italia, al 2020, sono 2,5 milioni con un aumento negli ultimi dieci anni di 600mila unità. Si tratta di occupazioni centrate principalmente nelle professioni meno qualificate. La maggioranza sono uomini (56,3) e 7 su 10 anno come titolo di studio la licenza media mentre solo il 12% è in possesso di una laurea. Il valore aggiunto dei lavoratori stranieri è pari a 146,7 miliardi di euro pari al 9,5% del Pil, valore che non tiene in considerazione il lavoro nero.

Impatto degli immigrati nell’economia italiana

Nell’ultimo decennio l’imprenditoria straniera è stata uno dei fenomeni più significativi. Gli imprenditori nati in Italia sono diminuiti (-9,4%), mentre i nati all’estero sono aumentati (+32,7%). Le nazionalità più numerose sono Cina, Romania, Marocco e Albania, ma la crescita più significativa si registra tra gli imprenditori del Bangladesh e del Pakistan. Il 95% delle imprese a conduzione straniera è di proprietà straniera “esclusiva”, quindi senza soci italiani. Le imprese straniere producono un Valore Aggiunto di 125,9 miliardi, pari all’8,0% del totale. L’incidenza maggiore si registra nell’edilizia (18,4% del V.A. del settore).

L’impatto fiscale equivale a 3,66 miliardi, mentre la dichiarazione dei redditi si attesta intorno ai 29 miliardi con i versamenti dell’Irpef intorno ai tre miliardi e mezzo. Gli immigrati sono giovani e incidono poco su pensioni e sanità che sono la spesa maggiore.

La sanatoria del 2020, l’ultima in ordine di tempo, ha portato alla luce oltre due milioni di stranieri irregolari portando nelle casse dello Stato oltre trenta milioni di euro che potrebbero diventare 360 sotto forma di tasse e di contributi dei lavoratori regolarizzati.

Questi sono i numeri emersi dall’analisi della Fondazione Leone Moressa, su questi si dovrebbe discutere se ci fosse una politica seria che avrebbe a cuore le sorti dell’Italia.

di Sebastiano Lo Monaco

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